Federico Errante
Un nuovo inizio. Parallelo al percorso sportivo, quello che da anni la vede sulla cresta dell’onda del suo amatissimo snowboardcross: Michela Moioli ha aperto un altro cancelletto, quello dell’Università. L’alzanese classe 1995 – tre coppe del mondo, un oro olimpico e tre bronzi mondiali nel palmares – ha deciso di riaprire i libri e costruire un orizzonte diverso dal tradizionale “campo di battaglia” o, meglio, di “vittoria” (13 successi e 30 podi su 50 gare in Coppa). Adesso a fianco dei successi sulla neve vuole ottenere quelli in aula. L’iscrizione alla facoltà di Scienze Motorie all’ateneo di Bergamo è stato il classico sogno tolto dal cassetto, in virtù dell’adesione al programma “Dual Career”, creato proprio per permettere agli sportivi di perseguire l’obiettivo di una laurea. “Ho maturato questa scelta durante la quarantena – dice Michela – La carriera agonistica non può durare in eterno ed è giusto cominciare a seminare nel presente per raccogliere in futuro. “Dual Career” è la soluzione ideale in quanto mi permette di occupare il tempo libero come meglio non si potrebbe. Soprattutto perché Scienze Motorie è sempre stata una facoltà che avevo nella mia testa e ora sono pronta e carica per rimboccarmi le maniche”. C’è chi abbandona i banchi e chi, pur essendo nel pieno di un iter ad altissimi livelli, raccoglie al volo una bella chance per pensare al classico “secondo tempo” che si affronta una volta spente le luci della ribalta: “In agosto – continua Moioli – ho superato il test che prevedeva prove d’italiano, inglese, cultura generale e logica. Sarebbero stati selezionati solo i primi 100 della graduatoria, sono arrivata 36ma, quindi questo piazzamento mi ha ulteriormente motivata. Inoltre, andrò ad approfondire aspetti teorici che fanno già parte della mia pratica quotidiana perciò questa diviene anche un’occasione per migliorare ed incrementare le mie conoscenze”. Oltretutto gli studi accademici a Bergamo, a due passi da casa (aspetto decisivo per chi, come lei, è abituato a vivere con la valigia in mano per svariati mesi all’anno ndr), avranno anche una valenza psicologica non da poco: “Imparo e posso concentrarmi a dovere su altro che non sia esclusivamente lo snowboard – conclude – Mentalmente, sulla base dell’inevitabile pressione derivante dal livello delle competizioni, potrebbe rivelarsi un fattore non da poco. Un vantaggio che voglio capitalizzare al meglio e che mi ha resa ancor più determinata e convinta di affrontare l’avventura”.