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Il basket ritarda

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Fabrizio Carcano

Lo spettro del Covid aleggia nei palazzetti bergamaschi, o all’esterno, negli spogliatoi, nei corridoio.  Casi di positività o di asintomatici tra gli staff o riscontrati tra gli avversari appena incrociati o da incrociare a breve stanno paralizzando l’attività agonistica delle due squadre bergamasche in particolare e di quasi tutto il basket in generale.

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Nell’ultima settimana Bergamo Basket 2012 e Blu Basket Treviglio si sono dovute fermare.  Niente amichevoli programmate, calendario azzerato.  Bergamo doveva incrociare prima Verona, poi dopo il forfait degli scaligeri doveva recuperare contro Orzinuovi, quindi Biella.  Tre test contro squadre del proprio girone, contro future avversarie in campionato.  Tutto annullato, come l’amichevole di Treviglio contro Mantova. Che ha poi recuperato in extremis con un’amichevole dell’ultima ora sabato contro Verona. Programmi che cambiano, allenamenti precari, anche quelli spesso saltati, con le solite mille precauzioni. E davanti le tante incognite di una stagione che scricchiola per mille ovvi fattori.

In serie A, dove si gioca da un mese e mezzo, il calendario e falcidiato da annullamenti per le varie positività dei giocatori e degli staff. La A2 dovrebbe partire tra due settimane, domenica 22. Ma i contagi rallentano i club e le misure più rigide emanate dai vari DPCM governativi hanno nuovamente chiuso i palasport al pubblico. Per cui si giocherà davanti a spalti vuoi sicuramente fino al 3 dicembre ma le prospettive, ragionando sulle curva dei contagi e dei ricoveri, non sono ottimistiche. Nemmeno il calcio, che pure ha il vantaggio di essere outdoor e ha un’enorme spinta economica, politica e popolare alle spalle, confida di riaprire gli spalti per mesi. Figuriamoci la ‘piccola’ pallacanestro, sport che si disputa indoor.

Il problema del basket ad alto livello, come la A2, un vero campionato professionistico per costi, è relativo al crollo delle entrate dalla biglietteria e dal merchandising annesso. Passare da 1200/1500 paganti, con punte oltre i duemila in alcuni gare particolari e nei playoff, a zero rappresenta una mazzata in un movimento dove già girano pochi soldi. Bergamo e Treviglio hanno società solide alle spalle, hanno sponsor che hanno deciso di investire nei club, hanno organizzazione e programmazione, ma non sarà così per tutti gli altri club di A2.