Federica Sorrentino
Gli oscar dello sport 2020 (Gazzetta Sport Awards) conferiti dal più diffuso quotidiano sportivo nazionale hanno messo in evidenza molte appartenenze, radici e riferimento a Bergamo e al suo territorio. Ovvero, in un certo qual modo, ne sono stata espressione. Ben sei candidature in otto categorie portavano lo stampo orobico. Addirittura, tre dei sei atleti candidati al premio “rilevazione dell’anno” sono legati alla terra bergamasca con modalità di rapporti diversi, uno di essi se lo è aggiudicato. Parliamo di Enea Bastianini, 23 anni il prossimo 30 dicembre, il quale ha vinto il titolo mondiale in Moto2 con il team Italtrans nella stagione in cui è arrivato primo tre volte conquistando 7 podi. E’ nata a Bergamo la giovanissima carriera di Alessandro Bastoni, difensore dell’Inter e della Nazionale, tredici anni nelle giovanili dell’Atalanta e fatto esordire da Gasperini non ancora diciottenne. E poi c’è Elisa Balsamo, 22enne ciclista cuneese, che si è portata nella casa in riva al lago d’Iseo due ori e un argento europeo su pista. Nella categoria paralimpica l’ormai irremovibile candidatura di Martina Caironi, che tale è rimasta sol perché si disputeranno nel 2021 le paralimpiadi, dove insegue il terzo oro olimpico nei 100 metri e la conferma nel lungo dove continua a saltare la distanza record di 5 metri netti. Vincitore della categoria per l’exploit dell’anno è il 19enne Yannik Sinner, vincitore del suo primo titolo Atp e arresosi solo a Rafa Nadal ai quarti del Roland Garros. Sinner si è imposto nel Challenger di Bergamo 2019 e, non essendo stato assegnato il titolo 2020 del torneo Faip Perrel, è tuttora il campione in carica. Dunque, una stella nata nella cornice del Pala Agnelli. Abbiamo lasciato in ultimo la squadra dell’anno. Non poteva che essere l’Atalanta. Lo è per diversi motivi. Soprattutto, per essere riuscita a dare continuità a gioco e risultati in un momento non difficile e drammatico della storia di Bergamo e del suo territorio. La squadra di Gasperini ha raggiunto l’apice con la final eight di Champions League, dove stava per mettere a segno l’impresa di arrivare in semifinale, e la conferma per la seconda stagione del terzo posto in campionato. Senza contare i successi recenti negli stadi Anfield e Amsterdam Arena, in passato centrati solo dalle grandi squadre e per di più, in questo caso, nell’arco di due settimane. Di questo sportivamente parla il 2020, annus horribilis per la vita, la socialità e il lavoro.