Simone Fornoni
Chiamatela Banda Bassotti, questa Blu Basket che di pivot di ruolo ha il solo baby Manenti, sul legno un minutino, ma il comodo furto senza nemmeno bisogno di effrazione, visto il tecnico con espulsione dopo 16’46” di Johnson (8 e 3 rimbalzi) che ha privato i locali del guardiano armato, è rimasto in canna. Senza la caviglia di Jacopo Borra, tre esterni e due ali e sembrava già vinta sul più 12 con la coppia di liberi di capitan Reati (66-54) a 17′ dal gong, o sul più 10 (69-59) con la sesta tripla di Sarto (18 e 75 per cento dai 6,75) a 16′ scarsi, ma la palla a spicchi non rotola mai per inerzia per il verso giusto. Al PalaFantozzi è dalla riserva Gay (14) che viene servito quasi al fotofinish il tris di ko dopo Orzinuovi (altro shootout) e Casale, con Moretti (26+16) protagonista del rimontone nel finale. Un 98-97 (29-28, 20-27, 22-20, 27-22) che fa male e induce alle riflessioni del caso (Floyd 29, il lungo Fall 8, Del Debbio 3, Laganà da virgola): l’Orlandina di Marco Sodini ha la meglio perché non spegne mai la luce, al contrario della BCC, che perde sciaguratamente il fin lì ottimo Ursulo D’Almeida, contraltare del grande assente torinese, a 4’54” ancora da giocare: 10+5 in 24′ e tantissima sostanza. Per il resto, le fiammate dei singoli non hanno il potere di fare la sommatoria dei due punti utili per una classifica che ora parla di 3 vinte su 8 disputate. J.J. Frazier, 19 più 8 rimbalzi e 13 assist, piazza l’allunghino del 46-38 per chiudere benino la prima ventina di lancetta, la preghiera da 3 (16/32 di squadra) per il 95-93 a 1’30” ma sbaglia l’ultimo; Nikolic (13) scava il primo gap sul 52-43 a 1′ dalla pausa e spara il bombazzo del 92-90 a 2′ quando la quaglia sembrava andata e invece la maniglia l’aveano ripresa i ragazzi di Devis Cagnardi.
Adesso le prove del nove si sondano lungo il tour de force fino alla fine del mese, in rigida alternanza casa-trasferta, con Urania Milano, Trapani, Biella (mercoledì 27, ore 21, PalaFacchetti) e il derby di recupero a Bergamo alle cinque pomeridiane di domenica 31. Tornando al match incriminato, pure Pepe (21 con 13/14 dalla carità) e l’uomo con la fascia al braccio (13 in mezzora) hanno garantito la mattonella, mentre di là a tenere i suoi in scia ha contributo anche l’ex di turno Taflaj che preferisce il gioco interno ma poi l’ha impattata dalla distanza sul 25 per insaccarne anche una seconda. L’ultimissima illusione di poartarla via è di Bogliardi (3), 74-64 nel terzo periodo (7’30”) senza appannamenti sul binocolo. Quelli, ahinoi, colpiranno l’intera rotazione.