Eugenio Sorrentino
L’Atalanta, più Penelope che Dea, ha gettato alle ortiche vittoria e tre punti che qualsiasi squadra salderebbe se, dopo une ventina di minuti, conducesse tre a zero. Il Torino di Nicola, che sembrava avviato a patire una goleada favorita da un Sirigu incerto, si trasforma in Araba Fenice, risorgendo dalle sue ceneri non tanto per meriti propri quanto per gentile concessione dei nerazzurri. Nessuno poteva immaginare, a metà del primo tempo, che la squadra di Gasperini potesse farsi rimontare, chiudendo in pareggio la partita che avrebbe dovuto consentirle di mantenere il passo delle squadre in zona Champions League. Che non dista più di tanto, ma il rallentamento proprio all’inizio del girone di ritorno, solitamente ricco di punti per l’Atalanta, sottrae lunghezze che potrebbero risultare decisive a fine stagione.
La squadra di Gasperini, con De Roon e Pessina in mediana e Malinovskyi, Ilicic e Muriel nel reparto offensivo, si è espressa ai suoi livelli solo nella prima mezz’ora, poi ha lottato con la fame di risultato del Torino, ma perdendo brillantezza. Ha pesato più del previsto l’emergenza sulle fasce dovuta alla contemporanea indisponibilità di Hateboer e Maehle, rimediata con l’impiego proficuo di Gosens sulla corsia di destra e Ruggeri che nel suo ruolo naturale a sinistra ha trovato avversari con passo veloce. Così nella ripresa il tedesco è tornato sulla sua fascia e Toloi è stato fatto avanzare sulla destra. L’avvicendamento tra colombiani non ha regalato a Zapata uguale gioia del gol; la fortuna non ha aiutato Miranchuk che, subentrato a Ilicic, si è ritagliato un angolo di tiro impattando il palo. Se avesse fatto centro, non solo il risultato ma anche le valutazioni, nonostante tutto, avrebbero preso un’altra piega.
La cronaca è un riassunto essenziale. Primo tempo dai due volti, con l’Atalanta che tra il 14’ e il 21’ va a segno tre volte con Ilicic, Gosens e Muriel, poi subisce la mezza rimonta del Torino che, dopo un salvataggio di Gosens sulla linea di porta, accorcia con Belotti sugli sviluppi di un calcio di rigore parato da Gollini e nel tempo di recupero fa ancora centro con un generoso tap in di Bremer nel cuore dell’area. Nel secondo tempo, dopo un legno per parte, prima quello del granata Singo che scheggia l’incrocio e poi di Miranchuk che (subentrato a Ilicic) colpisce la base del palo, l’allenatore granata Nicola indovina la mossa vincente a una manciata di minuti dalla fine, facendo entrare Bonazzoli che firma con un colpo di testa il 3-3, vincendo il duello aereo Djimsiti.