Eugenio Sorrentino
A Madrid l’Atalanta è giunta con la mentalità giusta e le idee chiare. In campo dovevano andarci anche la freddezza e la concentrazione assoluta, tipiche qualità che non ammettono sbavature e indispensabili a capovolgere il pronostico. Ciò che non è stato, nulla toglie alla prestazione della squadra di Gian Piero Gasperini, il quale l’aveva studiata bene per ricalcare le imprese di Liverpool e Amsterdam. Ovvero, chiudere il primo tempo senza subire per poi giocarsi le chance con entrambi i cafeteros nella ripresa. Ma il Real è il Real, soprattutto quando può calare il poker d’assi: Sergio Ramos padrone della difesa nei due terzi di match disputato, Kroos e Modric contro cui Pessina e de Roon non hanno certo sfigurato, e Benzema, cattivo cliente anche per uno come Romero. Quanto a Vinicius Junior, uno capace di bersi l’intero blocco difensivo non riuscendo poi a inquadrare lo specchio della porta, è arrivato come un fulmine a ridosso della linea dei 16 metri presidiata da Toloi, il quale ci ha messo lo zampino, anzi due, provocando il penalty. Ciò premesso, l’Atalanta ha giocato come sa e come la sua natura crea. E non poteva né doveva essere altrimenti. Ha affrontato le Merengues con personalità e sullo 0-2 non si è data per vinta. Anzi, con l’uscita di Sergio Ramos e il riassetto disposto da Gasperini, Zapata ha avuto due occasioni per riaprire il discorso facendosele neutralizzare da Courtois, arresosi al calcio di punizione di Muriel prima che il suo omologo Sportiello si facesse sorprendere sul proprio palo da una rasoiata non imparabile di Asensio. La differenza sta sempre nella qualità delle giocate e gli errori tecnici generano dazio. Tuttavia, è innegabile che l’Atalanta abbia bene impressionato ancora una volta, e per di più al cospetto della squadra più titolata di sempre e in pieno recupero di condizione. Prova ne è il rispetto con cui Zinedine Zidane ha affrontato la partita, conscio che l’avversario avrebbe potuto fare male. Va aggiunto che certi risultati l’Atalanta li ha ottenuti con prestazioni superbe tra i pali e nel gioco dell’alternanza stavolta Gasperini non ha ottenuto quanto sperava. Ma non possiamo che essere d’accordo con l’allenatore che da quattro anni porta in giro la sua squadra in Europa e spera di continuare a farlo nella prossima stagione. Anche la gara persa con il Real Madrid è stata utile per il percorso di crescita e si spera possa essere d’insegnamento per il grande finale: la contesa della Coppa Italia con la Juventus e il match in casa con il Milan per un posto in Champions.