Eugenio Sorrentino
Quando, la settimana scorsa, Demetrio Albertini, presidente del settore tecnico della Figc, ha varcato il cancello del Centro Sportivo Bortolotti di Zingonia, gli addetti ai lavori hanno capito che a Gian Piero Gasperini fosse stata attribuita per il secondo anno consecutivo la Panchina d’oro. Un premio che da sempre assume un significato particolare, perché il riconoscimento al miglior allenatore della Serie A è frutto delle votazioni indette proprio dall’ AIAC (Associazione Italiana Allenatori Calcio). La stagione 2019/20, segnata dalla pandemia, ha regalato all’Atalanta guidata da Gasperini il terzo posto in campionato e la finale eight di Champions League, con impresa sfiorata con il Paris Saint Germain. Difficile che il responso potesse essere diverso. Anche perché i risultati conseguiti sono frutto del bel gioco che ha raccolto consensi e ammirazione. Per l’allenatore dell’Atalanta, dunque, seconda volta dopo i meriti riconosciuti per il campionato 2018/19. La presenza di Albertini a Zingonia e la consegna “a domicilio” sono conseguenza delle restrizioni imposte dalla pandemia da Covid, che hanno fatto sopprimere la tradizionale cerimonia che si tiene al centro federale di Coverciano. La stessa votazione tra gli allenatori si è svolta in via telematica. Oltre a Gasperini, sono quattro i tecnici che hanno ricevuto due volte la Panchina d’Oro: Carlo Ancelotti, Marcello Lippi, Cesare Prandelli e Alberto Zaccheroni. Tre volte il riconoscimento è toccato a Antonio Conte e Fabio Capello, quattro a Massimiliano Allegri. L’attestato di stima da parte dei colleghi allenatori è un fiore all’occhiello per chi sceglie questa carriera. Ma il premio riferito alla passata stagione suggella un percorso tanto sofferto quanto magnifico. Ripassando le dichiarazioni rilasciate da Gian Piero Gasperini dopo la cerimonia di consegna, bisogna sottolinearne il vibrato delle emozioni. “Dedico questa Panchina d’oro a tutta Bergamo, oltre che al mio staff e ai giocatori. È veramente una vittoria di squadra. Anche nelle difficoltà, siamo riusciti a essere una squadra ancora più unita. Abbiamo giocato pensando molto al dolore di Bergamo e delle persone che tifavano Atalanta e che ci hanno lasciato. Questa Panchina d’oro è differente rispetto a quella vinta l’anno scorso, ogni stagione ha le sue particolarità e questo riconoscimento è riuscito a dare continuità a ciò che avevamo fatto in precedenza. Ottenerlo è stato più difficile e, probabilmente, proprio per questo motivo questa Panchina d’oro è ancora più bella“.