Rino Fusco
Nell’atletica leggera ripetersi vuol dire avere i numeri per essere considerati al top. La trevigliese Alessandra Iezzi, prima frazionista della 4×400 e già sul gradino più basso del podio europeo U20 con le compagne Federica Pansini, Angelica Ghergo e la bresciana Alexandra Almici, si è ripetuta ai mondiali di categoria disputati a Nairobi. Il quartetto azzurro, terzo alle spalle di Giamaica e Nigeria, ha fatto guadagnare all’Italia la prima medaglia nella competizione iridata under 20 per una staffetta femminile. Grande merito è da attribuire proprio ad Alessandra Iezzi, allieva di Paolo Brambilla all’Atletica Estrada e tesserata con la Bracco. La trevigliese, partita dai blocchi, ha cambiato in terza posizione dietro a Giamaica e Nigeria, consentendo alle compagne di gestire e addirittura incrementare il vantaggio sulle inseguitrici. “Ci siamo dette che non avevamo niente da perdere – le parole di Alessandra Iezzi, che ha corso tre staffette azzurre (4×100, 4×400 e mista) – Andiamo senza paura e… non succede, ma se succede! Ed è successo un’altra volta dopo Tallinn. Abbiamo capito da subito che ce la potevamo fare, ci abbiamo creduto fino alla fine, abbiamo dato tutte il 100% e sono troppo felice di me stessa e delle mie compagne”. Niente male per un’atleta giovanissima (19 anni e una maturità da veterana) che a Tallinn ha stampato il personale di 23”97 sui 200 metri, benché si sia fermata alle semifinali. Ma tempo per crescere e migliorare ce n’è. E pensare, come ricorda Brambilla, che fino ai cadetti era attratta maggiormente dal volley. Ora, dopo essersi convinta che la velocità è una componente del suo Dna, ha ottenuto oro e argento ai campionati italiani lo scorso inverno ed è salita sul podio continentale e mondiale con la staffetta 4×400. Il suo allenatore si dice convinto che valga molto più del tempo fatto segnare sui 400 metri il 17 giugno scorso sulla pista di Nembro (54”67) e possa scendere intorno ai 52 secondi, che rappresenterebbe un crono da elite.
“Alessandra é una velocista con capacità di sviluppo di alte frequenze abbinate a una buona dote di resistenza alla velocità. Una caratteristica su cui dobbiamo lavorare in futuro – dice Paolo Brambilla – Questo risultato deve essere il punto di partenza e non di arrivo, per provare a raggiungere una dimensione prima nazionale e poi vedere nel tempo valutare la capacità di avvicinare le migliori in senso assoluto. Ovvio che c’è grande soddisfazione per il bronzo Under 20 di Alessandra, che si somma alla finale olimpica di Emanuel Ihemeje nel salto triplo”.