a cura della redazione
Dal 1998 la Curva Nord dell’Atalanta si riconosceva nel gruppo dei Supporters, l’anima del tifo organizzato capace di fare arrivare l’incitamento in campo come in pochi altri stadi. L’annunciato scioglimento di un simbolo che ha fatto parlare di sé in modi diversi ha lasciato certamente sorpresi e interdetti quanti, superate le restrizioni e una volta tornati al 100 per cento del pubblico, auspicavano di ricevere coreografie e risentire cori che hanno accompagnato l’Atalanta nelle stagioni delle salvezze e delle retrocessioni, fino a riassaporare l’Europa con l’avvento dell’era Gasperini. Proprio l’allenatore, alla vigilia di Atalanta-Fiorentina, chiamato a esprimersi sulla notizia, si dichiarato dispiaciuto, chiedendosi che questa decisione sia frutto di una ripercussione di quanto avvenuto nell’ultimo anno e mezzo o piuttosto di un momento di evoluzione in una città che ha subìto tanto. “Abbiamo bisogno di tutti e i nostri tifosi sono un valore irrinunciabile – ha detto Gasperini – Continuiamo ad avvertire il loro affetto e per questo la squadra deve essere una locomotiva per ravvivare l’entusiasmo, in realtà mai sopito”. Chiaro il riferimento al lungo periodo di calcio anomalo, senza la cornice di presenze e partecipazione allo spettacolo agonistico. Certo, resteranno gli spettatori che occupano i seggiolini nerazzurri della curva Pisani, ma senza quel colore che il coordinamento ha garantito in 23 anni. Ne scriviamo prima che venga diffuso il comunicato ufficiale con le motivazioni dello scioglimento. Ma è doveroso sottolineare da quell’anima del tifo sono scaturite tante azioni di solidarietà e vicinanza, vicine e lontane, a L’Aquila come ad Amatrice, fino allo straordinario esempio offerto dai volontari che si sono offerti giorno e notte per mettere in piedi a tempo di record l’ospedale in fiera. La fede nell’Atalanta racchiude valori che si trasmettono certamente prima, durante e dopo la partita di calcio all’interno dello stadio, ma soprattutto si autoalimentano e determinano un senso di appartenenza che ha pochi eguali. Alla notizia non poteva restare insensibile il direttore operativo atalantino, Roberto Spagnolo, il quale quella curva l’ha disfatta con più di una lacrima per ricostruirla e farne il “muro”, e lascia trasparire una vivida tristezza sul suo profilo social nella certezza che quei cuori ora spari saranno sempre la linfa nerazzurra. Si chiude un’epoca di striscioni e bandiere.Il Covid ha cancellato un’esperienza che sembrava senza fine di un popolo di tifosi che vuole riprendere a emozionarsi.