Buon compleanno Martina

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Federica Sorrentino

Il 13 settembre è il giorno del compleanno di Martina Caironi, che ha tanti motivi in più per festeggiare la ricorrenza. Eletta dagli atleti presenti alla Paralimpiade nel Consiglio del Comitato Paralimpico Internazionale. Un incarico di grande importante e responsabilità. Da dove si comincia?

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Abbiamo già cominciato. In attesa di riunirci in modo ufficiale, sono stata inserita in un gruppo WhatsApp con i rappresentanti uscenti e quelli nuovi e si è già iniziato a discutere su questa ultima paralimpiade, sull’aspetto organizzativo, quello che non è andato per il verso giusto. Sono felicissima di essere stata eletta, è un’evoluzione importante nella mia carriera.

La nomina ha un carattere universale e in te ha confermato di riconoscersi la maggior parte degli atleti Paralimpici. Quale sentimento suscita sapere che alle donne viene impedito, tra le altre cose, di praticare sport e rappresentare il proprio Paese?

La questione dell’Afghanistan è a sé stante ed è uno scandalo. È incredibile che nel 2021 succedano cose di questo tipo. È assurdo che esistano ancora posti dove questo diritto viene negato. Dovrebbe essere normale praticare sport insieme, indipendentemente dall’essere uomo o donna.

Cosa è cambiato per il movimento paralimpico in questo decennio che ti ha visto protagonista?

Molte cose. È cambiata l’attenzione del pubblico nei nostri confronti, sono cambiate le opportunità, come l’erogazione di borse di studio. Sono cambiate anche proprio le strutture di accoglienza, anche se c’è comunque ancora tanto da fare. Occorrono investimenti per permettere a sempre più ragazzi e bambini con disabilità di essere avviati alla pratica sportiva.

La scuola riprende e l’inserimento dei ragazzi disabili resta ancora problematico in termini di risorse. Cosa si può fare per l’abbinamento alla pratica sportiva?

E’ un tema scostante, perché ci sono ancora tantissimi bambini e ragazzi disabili che non hanno la giusta assistenza, oppure vengono affiancati da persone che non hanno il titolo per farlo, e questo è scandaloso. Sia per quanto riguarda l’assistenza didattica che sportiva, occorre pianificare per consentire l’inclusione, tenendo conto di tutti i tipi di disabilità, non solo a livello fisico ma anche intellettiva.

Quale sogno è rimasto nel cassetto di Martina?

Vivere in una società civile effettivamente pronta ad accogliere tutte le persone con disabilità, nel giusto modo, con i giusti strumenti, in cui ci sia una reale inclusione. Questo è un sogno che va oltre alla questione sportiva.