C’era un tempo in cui profetizzare la moviola in campo equivaleva a dissacrare il gioco del calcio. Poi si è capito che le immagini rese disponibili in tempo reale sui device multimediali e le riprese televisive offerte da varie angolazioni avrebbero messo fuorigioco propri gli arbitri. Il Var è stato lo sbocco inevitabile a una evoluzione tecnologica che non impedisce al direttore di gara di esprimere la propria personalità in campo e di assumere decisioni con il proprio giudizio. Ebbene, senza troppa enfasi e pubblicità, nei giorni scorsi è stato inaugurato a Lissone l’International Broadcast Center, che sarà il punto di riferimento per la Lega Serie A con un centro di produzione e post-produzione che ospita anche il Var Center della Figc. Una struttura su due piani per 2.400 mq, con 16 cabine commento e 24 postazioni editing, che permette di collegare 17 stadi di Serie A con segnali in HD e 4K.
Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio, l’ha definita una eccellenza del calcio italiano, frutto di un’impresa straordinaria realizzata in soli quattro mesi. Un percorso di innovazione che proietta il gioco più amato del mondo in una nuova era, quantomeno a livello nazionale. L’idea di una Var room centralizzata veniva cullata da tempo. Va dato atto alla Figc di essere stata la prima nel mondo a voler lanciare la tecnologia, in primis la Goal Line e poi il Var. Le epiche discussioni che hanno animato le partite durante e dopo appartengono alla cronistoria del calcio, che nel secolo scorso era riuscito a proporre solo la moviola la domenica sera. Di fronte alla quale anche un arbitro del calibro di Concetto Lo Bello dovette ammettere di essere rimasto coperto dalla dinamica del gioco e non avere visto un’azione fallosa in area. Tempi andati. Il futuro è arrivato e segna un progresso culturale, dove i protagonisti in campo e gli spettatori presenti e collegati si confrontano con immagini che, si spera, possano aiutare a condividere le decisioni arbitrali.
Gianluca Rocchi, attuale designatore arbitrale della Serie A, ha elogiato non solo l’innovazione della Var Room unica, ma anche i benefici che ne conseguiranno: “È un centro all’avanguardia e averlo permetterà di avere un confronto diretto con supervisore e commissione arbitrale immediato. Così evitiamo dispersioni e abbiamo istantaneamente i feedback necessari”. E soprattutto, aggiungiamo, la serenità di accettare un giudizio attinente a quanto le riprese televisive rendono evidente. Non più solo fuorigioco e palla dentro o fuori.
(photocredits: FIGC)