La Dea continua a volare in trasferta

333

Anche Cagliari, nonostante le mille motivazioni e la necessità di tirarsi fuori dalle secche dell’ultimo posto, si è arreso all’Atalanta che fuori casa non lascia scampo alle avversarie. Presentatasi con la stessa formazione messa in campo con i Red Devils, con la sola eccezione di Malinovskyi al posto di Ilicic, il quale poi lo ha avvicendato nella ripresa, la squadra di Gian Piero Gasperini ha mostrato una condizione più che soddisfacente a quattro giorni dall’impegno in Champions League. La differenza era già apparente nei volti dei protagonisti: visibilmente preoccupati i sardi, decisamente determinati e a proprio agio gli atalantini. E la zampata iniziale di Super Mario Pasalic, sigillo alla classica azione corale in area avversaria, con sponda di Zapata per Malinovskyi e apertura di quest’ultimo a favore di Zappacosta per il cross basso a tagliare l’area piccola, prometteva di mettere la partita in discesa. Invece, pure avendo impedito alla squadra di Mazzarri di impostare la manovra offensiva, una giocata di due giocatori esperti come Godin e Joao Pedro, il primo a lanciare in profondità e il secondo a sfruttare lo spazio lasciato da Demiral, ha rimesso le cose in parità poco prima della mezz’ora. Giocata preceduto da un intervento decisivo del portiere Cragno che ha difeso la porta a tu per tu con Zapata. La sequenza del gol con cui l’attaccante colombiano ha riportato in vantaggio l’Atalanta prima dell’intervallo è un mix di tecnica e potenza. Ricevuta palla da Koopmeiners a centro area e spalle alla porta, Zapata ha eseguito un movimento talmente rapido da impedire a Godin che lo francobollava qualsiasi possibilità di ostacolarne il tiro. L’episodio del penalty, prima concesso e poi negato dopo consultazione del Var, per un colpo da tergo su Pasalic, riapre la discussione su ciò che si vede e non vede e sulle diverse interpretazioni degli episodi. Ma la partita va giudicata nel suo complesso e occorre riconoscere che l’Atalanta ha gestito bene il secondo tempo, quando avrebbe potuto arrotondare e mettere al sicuro il risultato e solo la bravura di Cragno ha negato un altro gol di autore a Ilicic. Bene ha fatto Gasperini a concedere tre giri di orologio nel finale a Matteo Pessina, sulla via del pieno recupero dopo l’infortunio muscolare. Insieme a De Roon, riadattato in difesa e poi riportato in mediana con un Freuler uomo faro, c’è un Kooomeiners in decisa crescita. Ancora a basso numero di giri Malinovskyi, Palomino si conferma pilastro della retroguardia, dove Demiral deve gestire meglio gli spazi di manovra.

(photocredits: Alberto Mariani)

forbes