“Il Tribunale Nazionale Antidoping, in accoglimento dell’istanza proposta dalla Procura Nazionale Antidoping, ha provveduto a sospendere in via cautelare l’atleta Lhoussaine Oukhrid (FIDAL) per la violazione artt 2.1, 2.2 (sostanza riscontrata: ERITROPOIETINA RICOMBINANTE) Il controllo è stato disposto da NADO Italia.”
Recita così il comunicato emesso dalla NADO Italia (Agenzia Italiana Antidoping) in merito alla sospensione in via cautelare di Lhoussaine Oukhrid (A.S.D. AT Running), vincitore della maratona di San Felice del Circeo e campione italiano della specialità.
Una notizia che potrebbe cambiare il risultato della rassegna tricolore dove è arrivato al secondo posto Nadir Cavagna (Fiamme Azzurre).
Il 29enne di San Pellegrino Terme potrebbe quindi presto scalare in vetta davanti al 30enne di Dossena Nicola Bonzi (Atletica Valle Brembana) che potrebbe prendersi l’argento.
Cavagna non vuole sbilanciarsi e sui social ha frenato gli entusiasmi: “Questo personaggio mi ha rubato la gioia del momento, la soddisfazione del raggiungere un obiettivo dopo mesi di allenamenti, per me è questo che conta veramente… Non si è ben capito dove e in che manifestazione sia stato fatto il controllo antidoping quindi come sicuramente accadrà il titolo rimarrà a lui. Ma anche qui poco importa, questo elemento era conosciuto e questa notizia non sorprende quasi nessuno – ha spiegato l’atleta brembano -. Spero che chi di dovere prenda più sul serio questa piaga del doping e a chi sbaglia una volta scontata la propria pena gli venga vietato di partecipare a campionati italiani di ogni disciplina. Come ha scritto un amico sui suoi profili “Non si festeggia sui cadaveri degli altri o per le disgrazie altrui”, ma dopo 40 giorni che sono fermo per una microfrattura questa notizia non può far altro che strapparmi un sorriso, qualsiasi sia il risultato finale. Viva lo sport, quello pulito e fatto di sacrifici, non di scorciatoie”.
Dello stesso parere anche Bonzi che non ha intenzione di celebrare a posteriori una piazza d’onore non ottenuta direttamente sul campo: “Non si festeggia sui cadaveri degli altri o per le disgrazie altrui ma era nell’aria da qualche mese, era come se già lo sapessimo e aspettassimo questo momento. All’ambiente fa’ male… Ma viva sempre lo sport pulito, di sani principi, quello fatto sul campo, fatto di sacrifici quotidiani, quello dove i ragazzini devono prima imparare ad essere perdenti prima di saper vincere. Dove la passione va prima di tutto al di là del risultato finale. E essere uomini prima di essere campioni. Puoi tenerti i titoli, i soldi ma è un attimo perdere la dignità e la credibilità e quando la perdi poi è veramente dura riconquistarla. Viva lo sport”.