Alla vigilia dell’inizio dei campionati che coinvolgeranno le nostre squadre giovanili abbiamo fatto quattro chiacchiere con Marco Albanesi, direttore tecnico di BluOrobica Bergamo e ci siamo fatti raccontare come sta andando.
Marco, si riparte dopo la consueta PreSeason. Che indicazioni hai raccolto in questo primo mese di lavoro? “Per prima cosa sono davvero contento per come si è messa in moto tutta la macchina BluOrobica. Ogni anno cresciamo aggiungendo persone e know how fuori dal campo, di conseguenza in palestra, in ogni gruppo, da U13 a U19/B , si percepisce attenzione, professionalità, intensità. Vedo tante persone, che siano dirigenti, allenatori, giocatori, volontari, staff, dare il 110% ogni giorno con grande entusiasmo e motivazione. Non è una cosa scontata. Dal punto di vista tecnico questo primo mese ha confermato che in ogni gruppo abbiamo ragazzi interessanti con importanti margini di crescita e le potenzialità per arrivare a giocare coi grandi”.
Come si struttura una stagione tipo, in termini di obiettivi tecnici e di crescita? “Innanzitutto con coerenza, tenendo presente gli obiettivi del club, il contesto sociale e sportivo, gli aspetti agonistici. La nostra scelta è quella di proporre il settore giovanile come un percorso didattico pluriennale uscendo dall’ottica di piccoli campionati per piccole squadre di mini giocatori. Vogliamo rimanere concentrati sui singoli lavorando con loro su skills e punti deboli e dedicando molto tempo al lavoro fisico atletico”.
In queste fasce d’età è più complicato lavorare sugli aspetti tecnico-tattici o su quelli caratteriali-motivazionali?
“Tutti aspetti importanti che vanno affrontati con diverse declinazioni durante il percorso del settore giovanile. Importante è non dimenticare che mentre noi stiamo a bordo campo con piani d’allenamento e programmi, dentro a correre ci sono degli adolescenti che sbandano al primo soffio di vento. Altrettanto importante è comunque esigere quella giusta dose di disciplina e fame necessarie per allungare le mani su una tavola lautamente imbandita ma frequentata da competitor dalla voracità impressionante”.
Foresteria decisamente “affollata” quest’anno, tanti i ragazzi che staranno a Bergamo senza le famiglie a supporto e tanti anche i ragazzi stranieri. A cosa bisogna prestare particolare attenzione?
“Chiaramente gli aspetti personali, scolastici e di sicurezza, lo sviluppo di una sana socialità e integrazione per i ragazzi sia italiani che stranieri sono temi quotidianamente al centro dell’attenzione. Cerchiamo di gestire ogni aspetto grazie al nostro efficientissimo staff e con il supporto delle famiglie, anche se a distanza. Per riportare tutto in campo, vogliamo responsabilizzare i ragazzi affinché non vivano la foresteria come un privilegio ma se la guadagnino ogni giorno con l’impegno dentro e fuori dal campo”.
BluOrobica sta cercando di costruire una vera e propria “filiera” che porti i ragazzi dal minibasket alla prima squadra, ma spesso capita che li si perda per strada. C’è chi smette, chi cambia società chi adesso punta sull’andare all’estero. Come si crea senso di appartenenza in un contesto come questo?
“Il settore giovanile è cambiato moltissimo negli ultimi 3 anni ed è presumibile aspettarsi ulteriori cambiamenti nel breve periodo. In uno scenario tanto mutevole non si può prescindere dal pragmatismo e dall’accogliere il cambiamento ma non bisogna mai dimenticare che non esiste appartenenza senza identità. È importantissimo dunque sapere chi sei, cosa vuoi fare e come. Probabilmente non piacerai a tutti sempre ma sari una grande opportunità per chi crede in te che sia per 1 o 7 anni. Il nostro compito è fare quello in cui crediamo, al meglio, ogni giorno”. (Fonte: BluOrobica)