Giuseppe Biava ha la faccia del bravo ragazzo. Si è presentato all’appuntamento con un fisico asciuttissimo, manco fosse ancora un atleta. Ma lui dice di non fare più allenamenti né di mettere attenzione all’alimentazione. L’atteggiamento è quello di chi inizia l’Università e ha una gran voglia di spaccare il mondo. Calma e determinazione. Le idee ce le ha chiarissime. La carriera da giocatore è alle spalle, ora conta poco. “Quando entri nello spogliatoio – esordisce – i giocatori ci mettono poco a capire chi sei. E io voglio essere coerente con le mie scelte. Dovrò essere bravo e credibile. È stata una bella sorpresa la chiamata in prima squadra. Darò tutto me stesso”.
E, allora, che AlbinoLeffe vedremo in campo? “Di sicuro voglio una squadra che faccia divertire chi viene a vederci e spero siano in tanti”. E la società nella persona del direttore sportivo Aladino Valoti vuole mettere Biava nelle condizioni di lavorare per il meglio. “Acquisteremo giovani e giocatori da far crescere; non prenderemo nessuno in prestito. Così Biava potrà lavorare solo sulla meritocrazia”.
E a proposito di giovani, dal settore Primavera ce ne sono diversi da “tirar su” in prima squadra, visto il bellissimo campionato vinto proprio con Biava in panchina. “Chi si dimostrerà pronto sarà promosso. Non ci faremo pregare, né la società pone vincoli in questo senso”.
Un passaggio da Marcolini a Biava è d’obbligo. Avete scelto Biava perché Marcolini ha deluso le aspettative? Valoti non gira tanto intorno all’argomento. “Un po’ di rammarico per come è finito il campionato scorso c’è. Ma Biava è stata una scelta consapevole”. Basta andare con la memoria all’ultima conferenza stampa post-partita di Marcolini, quella persa malamente contro il Trento negli ultimi tre minuti di recupero con i playoff sprecati per un niente per capire come la squadra dell’anno scorso, al di là dei mezzi tecnici, aveva proprio un deficit di personalità. È facile intuire che la società abbia addossato questa responsabilità all’ex allenatore Marcolini.
Biava questo rischio non lo corre di sicuro. Ci si ricorda delle sue entrate a gamba tesa sugli avversari. “Qualche espulsione l’ho presa, più per i falli commessi, però, che non per aver protestato contro gli arbitri”. E c’è da giurare che la sua sarà una squadra tutta grinta, con la giusta tensione.
Come giusta tensione ci sarà in panchina con i due Biava e Raul Bertarelli (il suo secondo) che fanno il loro esordio su una panchina da professionisti. “Chiederò ai giocatori quella fame e quel sacrificio che sembrano venuti un po’ meno al calcio italiano. Ai miei tempi era la regola”.
A Genova ha giocato avendo Gasperini come allenatore. C’è qualcosa che la ispira di Gasperini? “Di sicuro l’intensità degli allenamenti – ricorda il mister biancoceleste -. Gasperini mi ha insegnato tanto. Ero arrivato al Genoa a 31 anni pensando di essere fatto e finito. E invece il Gasp mi ha allungato la carriera di altri 7-8 anni”. Una bella riconoscenza.
La società ha rinnovato lo staff. “Abbiamo girato pagina – dice Valoti –. Oltre a Biava e a Bertarelli in panchina, abbiamo promosso anche il preparatore atletico, Andrea Mossali e Giuseppe Benatelli preparatore dei portieri”.
L’AlbinoLeffe sul mercato è alla ricerca di qualche innesto, soprattutto a sinistra e a centrocampo. Manconi è stato confermato e in questi giorni si stanno indagando tutti quei giocatori che sono in scadenza. Si vedrà. Il ritiro, intanto, è stato fissato per il 18 luglio e la preparazione si svolgerà tutta quanta a Zanica.