di Marco Locatelli
È il Salisburgo ad alzare al cielo la 15.a Coppa Angelo Quarenghi che supera in finale la Lazio in un match dai ritmi serratissimi. È la prima volta che una squadra straniera alza al cielo l’ambito trofeo sanpellegrinese. Nella finalina 3°-4° è l’Atalanta a superare l’Inter 2-1. Atmosfere internazionali – bagnate dalla pioggia, arrivata nel secondo tempo della finalissima – allo Stadio Comunale di San Pellegrino Terme, domenica 28 agosto, tornata quest’anno in grande stile con 12 squadre (di cui due straniere: Helsinki e Red Bull Salisburgo) a contendersi l’ambito trofeo alla memoria dell’indimenticato dottore della Grande Inter, Angelo Quarenghi.
“Una edizione che ha visto il ritorno della tradizionale sfilata, delle squadre straniere e con una prima volta importante – dichiara Giampietro Salvi, presidente del Comitato Quarenghi -. Una squadra straniera in finale per il 1° e 2°. Le squadre straniere al Quarenghi non sono mai andate oltre la finale per il 3°-4° posto. Anche per la Lazio si è trattato della prima finale in questo torneo. La Coppa Quarenghi è da sempre una fucina di talenti – ricorda Salvi – ad esempio, da qua sono passati giocatori che oggi calcano i campi di serie A come Manuel Locatelli, Moise Kean e Federico Dimarco, ma anche tanti calciatori di società straniere sono entrati nel professionismo. A testimoniare l’alto livello di questo torneo la presenza di diversi osservatori arrivati anche da Arsenal e Ajax. Inoltre quest’anno – prosegue Salvi – La Voce delle Valli, nostro media partner, ha premiato il migliore giocatore del San Pellegrino (Luca Locatelli ndr), un premio che vuole rendere onore ai nostri ragazzi che ogni anno si trovano ad affrontare avversari di altissimo livello con grinta e passione. E non è finita qua: settimana prossima va in scena, sempre a San Pellegrino Terme, la quarta edizione del Memorial Emiliano Mondonico categoria Under 13 e la terza edizione della Dream Cup, torneo per società di quarta categoria (giocatori con disabilità)“.
Avevamo parlato di osservatori. Uno di questi è Nick Vermast, 30 anni, dell’Ajax: “Mi piace il torneo, è bello vedere le migliori squadre italiane che giocano. L’organizzazione è fantastica, la gente è molto ospitale e il posto è davvero bello. Ho visto qualche giocatore interessante – racconta – ovviamente non posso dire quali, ma ci sono. Vedo che nel calcio italiano ci sono tanta aggressività e passione, uno spirito che forse manca da noi in Olanda. I difensori, ad esempio, sono molto forti. Cerchiamo giocatori tecnici – spiega Nick – e osserviamo i movimenti, dico sempre che il giocatore più tecnico può giocare dall’attacco in giù, e farebbe comunque la differenza“.
Uno che la differenza l’ha fatta eccome, negli anni ’80, è Marino Magrin. L’ex centrocampista di Juve e Atalanta, letale su punizione, segue da bordocampo tutte le partite. “Bisogna fare i complimenti all’organizzazione e ai fratelli Salvi, è uno dei migliori tornei in Italia e ne ho seguiti un po’ quando allenavo le giovanili di Milan e Atalanta. È bello vedere questi ragazzi giovani e intravedere talenti che speriamo arrivino ad alti livelli. È già successo e speriamo accada ancora. Due squadre straniere sono andate bene, è un segnale anche quello, abbiamo visto che giocano con una mentalità diversa. Cercano la velocità, il gioco, il risultato è secondario“.
Oggi Magrin è talent scout per l’Atalanta: “Ci sono giocatori che risaltano subito, proprio per la loro tecnica. Alcuni magari non hanno un fisico strutturato, ma hanno qualità che usciranno più tardi. Bisogna che i ragazzi sperimentino: quando ero alle giovanili del Milan ho avuto Calabria per un anno. All’inizio giocava come mezzala, poi si è spostato terzino. Non c’è un ruolo, hanno bisogno di memorizzare in tutte le zone del campo“.
Atalanta-Inter 2-1. La cronaca – È il Salisburgo ad aggiudicarsi l’edizione numero 15 della Coppa Angelo Quarenghi: gli austriaci passano 3-1 contro la Lazio e diventano la prima squadra straniera a vincere la rassegna di San Pellegrino, 3° posto per l’Atalanta, quarta l’Inter.
La finalina vede opporsi proprio i neroazzurri lombardi: da una parte l’Inter, dall’altra l’Atalanta. La partita impiega un po’ a entrare nel vivo, i primi minuti sono di studio, la palla fatica a girare. Punizione dai 20 metri per la Dea, tiro dalla sinistra, palla che arriva lenta tra le braccia del portiere interista. Bel taglio di Amalfitano per l’Atalanta, il suo destro dal cuore dell’area coglie il palo. Risponde l’Inter, grande percussione di Dade sulla destra, traversone sul dischetto ma Carboni schiaccia male e Sonzogni para sul proprio palo. La squadra di Milano sembra prendere il pallino del gioco, con attacchi ripetuti soprattutto sulla fascia, con Dade che spesso si butta in avanti, ma a entrambe le squadre manca precisione in avanti, almeno fino a quando Amalfitano trova la conclusione giusta in area e porta avanti la Dea.
Reagisce subito l’Inter, ma Gatti in area viene chiuso sul più bello, mentre dall’altra parte Amalfitano ci riprova, ma la sfera va larga. Come in precedenza, manca la velocità nello scorrimento della palla, una nota che accompagna la partita fino alla fine del primo tempo. La ripresa vede un’Inter più protesa all’attacco, con una migliore gestione del pallone. Punizione per l’Atalanta dai 25 metri, altro tentativo troppo debole e Marcoci para senza problemi.
Pochi palloni giocabili in avanti, ci prova Allasufi con un destro da lontano, ma colpisce malissimo. Serve un errore per arrivare al gol, e l’errore è della retroguardia interista: pallaccia persa al limite dell’area, Fugazzola controlla e col destro fa 2-0. L’Inter perde entusiasmo, la Dea ne guadagna. Amalfitano prova la fuga in avanti, Masetti chiude, Atalanta molto disciplinata in difesa e pronta a ripartire. L’Inter non molla, cross dalla sinistra di Allasufi, Matarrese spinge in porta la rete che accorcia le distanze. La partita però è giunta alla fine, il terzo gradino del podio va ai bergamaschi.
Red Bull Salisburgo-Lazio 3-1. La cronaca – A sfidarsi per la conquista del primo posto sono invece Salisburgo e Lazio: una prima volta in assoluto, gli austriaci sono anche la prima compagine straniera ad arrivare a giocarsi la finale, davanti alle tribune gremite per questa 15.a edizione. Avvio subito scoppiettante per il Red Bull, che guadagna un corner dalla destra. Mentre il cielo minaccia tempesta, il Salisburgo minaccia la porta laziale, biancocelesti che provano con un angolo, poi Materazzi va via sulla destra, entra in area, ma apre troppo il mancino, sprecando una grande opportunità. La Lazio pressa nei disimpegni, costringendo gli austriaci all’errore. De Angelis calcia da posizione ravvicinata, Georg fa un miracolo e tiene lo 0-0.
Il Salisburgo si avventura in avanti, ma mancano i colpi decisivi per aprire le danze. Morucci pescato benissimo in area davanti al portiere, ma è partito in fuorigioco, situazione ripetuta per i biancocelesti. Percussione di un giocatore del Salisburgo, conclusione dal limite deviata su cui si avventa Berger, bravo a spingere in porta la rete del vantaggio dei suoi. Prova a replicare Ferrante con un destro da lontanissimo, palla alta non di tanto. Si libera bene Iovane con uno slalom dalla destra, mancino troppo debole. Semilovic imbuca perfettamente per Berger, l’attaccante arriva davanti al portiere, ma chiude il destro e manda la sfera sul palo. Insiste il Salisburgo, bravo a pressare e a organizzare il gioco.
La pioggia battente accompagna le squadre all’uscita dagli spogliatoi, rientrate con piglio battagliero per il secondo tempo. Morucci riceve un’ottima palla dalla destra, ma spara alle stelle, poi D’Agostino per poco nono trova l’eurogol da fuori, Lazio comunque propositiva e Schoibl deve effettuare un paio di interventi. Martellucci scappa in avanti e davanti al portiere colpisce anche lui il palo, poi sul prosieguo dell’azione fallo di mano per i biancocelesti e conseguente scaramuccia al limite dell’area. Lo stesso Martellucci calcia, ma prende la barriera. Miloui raccoglie al limite dell’area e prova un mancino. Schoibl sbaglia a leggere il tiro e la Lazio pareggia i conti. Berger reagisce, sfonda e prova il destro a incrociare, la sfera sibila fuori. Anche Selimovic sfonda dall’altro lato, ma il suo tiro cross scheggia la traversa. Nguyen si libera in area, si gira sul mancino ma Quadrelli fa il miracolo, poi è attento sul tiro deviato Berger.
Sul corner successivo, battuto corto, Swozil crossa, ma dal suo piede esce un lob imparabile che si insacca e riporta avanti gli austriaci a 6′ dalla fine. La Lazio si riversa in avanti, punizione dai 35 metri e mischia in area del Red Bull, ma la difesa tiene. All’ultimo minuto, Quadrelli sbaglia il rinvio, Selimovic prende palla, si invola verso la porta e con un mancino preciso mette in porta il 3-1. È il gol che chiude il match e porta il Trofeo Quarenghi in Austria, ottima prova del Salisburgo che dimostra grande carattere e organizzazione di gioco, una prova collettiva di grande spessore.