di Marco Cangelli
Il rispetto per gli altri non è un valore scontato nella nostra società, piuttosto una virtù da proteggere e coltivare fra i più giovani. Un metodo efficace per insegnarla è sicuramente quello di trasmetterla attraverso lo sport e in particolare dall’ultimate frisbee, disciplina proveniente dagli Stati Uniti e che da alcuni anni ha posto le radici anche in provincia di Bergamo.
Complice l’assenza dell’arbitro e l’elevato livello di competitività presente in campo, questo mondo attrae un numero sempre più elevato di ragazzi come dimostrato da David Barzasi, portacolori dell’Ultimate CUS Bergamo e stella della Nazionale Italiana.
Nonostante la giovane età, il 21enne di Bergamo ha saputo portare avanti nel migliore dei modi una tradizione familiare solcando i principali campi internazionali e partecipando la scorsa estate agli World’s ultimate club Championship con la maglia del Cus Bologna Fotta.
Esperienze che torneranno sicuramente utili per condurre la squadra della propria città ai vertici nazionali e provare a strappare l’ambita convocazione ai Mondiali Under 24.
Com’è nata la passione per uno sport così particolare come il frisbee?
“Tramite mia sorella che giocava già da quattro anni. Attraverso di lei ho avuto modo di conoscere questo mondo e comprendere come se fosse una vera e propria famiglia. Può sembrare strano per uno sport, ma non avendo l’arbitro, si crea una piccola comunità dove ci si conosce tutti e dove si impara che l’avversario non è un nemico, ma un giocatore da rispettare oltre che un amico con cui sfidarsi ad alti livelli“.
Come funziona un match di ultimate frisbee?
“Il campo è rettangolare simile a quello usato dal rugby con due linee di meta poste agli estremi. L’obiettivo è ricevere il disco al volo all’interno della metà opposta da dove ha inizio l’azione. Non potendosi muovere con il frisbee in mano, è necessario compiere dei passaggi verso i propri compagni al fine di poter raggiungere la meta. Come anticipato non c’è l’arbitro, non sono ammessi i contatti fisici, ma si può intercettare il disco in volo evitando di causare contatto con il ricevitore e cercare di disturbare il lanciatore ponendosi davanti a quest’ultimo. Nel momento in cui il frisbee cade a terra, è turnover per cui il possesso passa alla squadra che stava fino a quel momento difendendo“.
L’Ultimate CUS Bergamo è una delle principali squadre d’Italia. Com’è giunto il frisbee sul nostro territorio?
“Il tutto è nato nel 1998 quando alcuni giocatori provenienti dall’Emilia Romagna sono giunti nella nostra provincia per far conoscere questo sport. Da lì si è creata la squadra che all’inizio si chiamava ‘Mucche al pascolo’ perché l’allenatore, vedendoli correre durante le sedute di allenamento, ha avuto l’impressione di vedere dei bovini muoversi a caso“.
Qual è attualmente la situazione di questa disciplina sul nostro territorio?
“A ora siamo l’unica società presente nella provincia di Bergamo, tuttavia abbiamo tre squadre che prendono parte ai campionati di Serie A, Serie C e Under 15. Rispetto a quattro anni fa che avevamo soltanto un team, siamo cresciuti comunque moltissimo“.
Da cosa rimane maggiormente colpito chi decide di intraprendere questa carriera?
“Sicuramente per come è costruito questo mondo, perché siamo tutti amici e perché c’è sempre un alto livello che stimola a fare sempre meglio e a poter competere con i migliori giocatori d’Europa“.
Avendo avuto esperienze anche all’estero ci spiega qual è la percezione di questo sport all’estero e se esiste anche là una tradizione più solida?
“È molto simile sia dal punto di vista dell’atteggiamento in campo che della competitività. Chiaramente ogni squadra la vive in maniera differente, ma tendenzialmente sono le caratteristiche contraddistinguono il mondo dell’ultimate“.
Una peculiarità del frisbee è la grande fruizione a livello scolastico. Può diventare un mezzo per avvicinare i più giovani allo sport?
“Assolutamente sì, sia per aiutare ad avvicinarsi allo sport che per insegnare l’educazione e il rispetto, aspetti che oggi mancano particolarmente fra i più giovani. L’auto-arbitraggio e la necessità di dover comunicare con i propri compagni spinge i ragazzi a dover ragionare sulle decisioni prese e condivise con gli altri“.
In conclusione quali sono i prossimi obiettivi per David Barzasi e per Ultimate CUS Bergamo?
“Per la squadra stiamo puntando ad arrivare fra le prime sei in campionato dopo aver chiuso lo scorso anno al nono posto a causa di alcune partite che ci hanno trascinato in basso. Ci stiamo preparando molto e vediamo come va. Da un punto di vista personale quest’anno ci saranno i Mondiali Under 24 per cui proverò a conquistare un posto in Nazionale, inoltre con altri giocatori stiamo cercando di aprire un’associazione dedicata esclusivamente all’ultimate che consenta di migliorare le condizioni di questo sport e investire nello stesso al fine che possa crescere ulteriormente“.