Sofia Goggia: “Ho ancora fame di vittorie. A partire da domani”

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di Marco Cangelli
La fame di vittoria è ciò che spinge un atleta a dare sempre il meglio di sé e a conquistare ciò che manca. Per questo mi piacerebbe vincere nuovamente, a partire da domani“.

Parola di Sofia Goggia che, a poche ore dalla conquista della quarta Coppa del Mondo di discesa libera non sembra volersi accontentare ed è pronta a regalare nuove soddisfazioni ai propri tifosi.

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Seconda nella discesa libera di Kvitfjell, la 30enne di Astino si è garantita aritmeticamente la sfera di cristallo, la terza consecutiva a dimostrazione della costanza di risultati per la “Regina della Nevi” che, gettando il cuore sempre oltre l’ostacolo, ha saputo ricavare un posto nella storia dello sci internazionale.

In grado di imporre un dominio assoluto, che le ha permesso di vincere cinque delle otto prove disputate e di non andare oltre il secondo posto se si eccettua la caduta di Cortina, la fuoriclasse orobica ha voluto commentare il proprio trionfo fra analisi sulla stagione e prospettive per il futuro.

È un peccato aver toppato i Mondiali, ma sono felice di come ho vinto questa coppa che, in attesa dell’ultima gara stagionale, ho vinto con oltre duecento punti di vantaggio su Stuhec. Come scrisse Dostoevskij, ‘anche le uova hanno qualcosa da dire alle galline’ per cui sono sicura che prima o poi qualcuno mi supererà, però le modalità in cui ho vinto dimostrano che ora sono la discesista più forte al mondo – ha spiegato Goggia -. Ciò che probabilmente mi consente di andare più forte delle altre è la capacità di andare oltre i 100 chilometri orari, ma anche di unire la soggettività della sciatrice all’oggettività della pista. La linea migliore è ovviamente quella di seguire la linea che separa un tratto da un altro, ma a volte conta di più capire dove frenare e quale rampa seguire“.

La costanza emersa sulle nevi americane e in Svizzera si è tuttavia spenta nel mese di gennaio dove l’azzurra è andata incontro a diversi problemi legati all’infortunio alla mano di Sankt Moritz, ma anche alle difficoltà create dalle ginocchia.

Aspetti che non spingono la vicecampionessa olimpica a sfruttare alcuna scusa, quanto a spiegare come il fisico possa influenzare il gesto atletico di una campionessa che ha dovuto imparare ad adattarsi alle situazioni emerse patendo così la situazione in vista del Mondiale.

Penso di avere intrapreso un percorso tecnico che ha dato i suoi frutti. A inizio stagione avevo sciato benissimo e questo è frutto anche degli allenamenti in gigante, poi la mano ha influito sul mio rendimento perché, non potendo tenere il bastoncino in mano, ho dovuto cambiare assetto e quindi l’impostazione sugli sci – ha sottolineato Goggia -. Fra le ginocchia che ho dovuto siringare più volte, la mano, le tre cadute e le pressioni esterne, mi sono presentata in Francia con molti dubbi e ho dovuto ricominciare da sottozero. Purtroppo non sono riuscita a esprimermi al meglio. Ora voglio affrontare appieno i prossimi appuntamenti, a partire dal supergigante di domani, ma anche i due giganti che mancano e le finali di Andorra“.

In accordo con il proprio allenatore Luca Agazzi, la finanziera orobica ha già le idee chiare sul proprio futuro e in particolare sulla prossima stagione che, complice l’assenza di grandi appuntamenti, le consentirà di puntare direttamente sulla Coppa del Mondo con il sogno di vincere la “coppetta” in supergigante.

Ci concentreremo ora sul prendere parte a più gare possibili perché soltanto aprendo il cancelletto si riesce a raccogliere fiducia. Quest’anno ho affrontato veramente troppe poche prove e questo mi ha impedito di poter raccogliere qualcosa di importante in supergigante – ha concluso Goggia -. Penso di poter dare ancora molto in quella specialità e il prossimo anno vorrei tornare a concentrarmi anche sul gigante portando così a tre le discipline. È difficile sapere fin dove arriverò, però il mio obiettivo è gareggiare sino alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 e ai Mondiali di Crans Montana 2027“.