di Marco Cangelli
Jonathan Milan è simbolo della passione per il ciclismo: all’esordio al Giro d’Italia il giovane friulano ha conquistato la seconda tappa, 202 chilometri da Teramo a San Salvo.
Il portacolori della Bahrein-Victorius ha sfoderato la propria potenza sul traguardo abruzzese lasciandosi alle spalle l’olandese David Dekker (Arkea-Samsic) e l’australiano Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck) e regalando così il primo trionfo al movimento italiano.
La frazione è stata caratterizzata nelle prime fasi da una fuga di cinque atleti, Stefano Gandin (Team Corratec – Selle Italia), Mattia Bais (EOLO-Kometa), Thomas Champion (Cofidis) e Paul Lapeira (AG2R Citroën Team) e Alessandro Verre (Team Arkéa Samsic).
In grado di ottenere un vantaggio massimo di cinque minuti e mezzo, i battistrada hanno dovuto ben presto fare i conti con il ritorno prepotente del gruppo perdendo al tempo stesso l’accordo in vista del gran premio della montagna di Silvi Paese che ha visto il successo di Lapeira.
Rialzatosi Verre poco dopo il passaggio, gli atleti al comando si sono contesi i successivi traguardi volanti che hanno visto protagonista Lapeira, che ha colto i punti necessari per vestire la maglia blu dedicata agli scalatori prima di farsi riprendere dal gruppo.
Gandin, Bais e Champion hanno provato a tenere duro venendo però raggiunti a 38 chilometri dalla conclusione aprendo la strada alle squadre dei velocisti che hanno preso il comando della competizione involandosi verso la volata.
A mischiare le carte ci ha però pensato una caduta a quattro chilometri dal traguardo che ha spezzato il plotone costringendo alcuni uomini di classifica come Tao Geoghegan Hart (Ineos Grenadiers), Tibot Pinot (FDJ-Suez), Jay Vine (UAE Team Emirates), Domenico Pozzovivo (Israel Cycling Academy), Ben Healy e Hugh Carthy (EF-Education First) a patire un ritardo di diciannove secondi.
Davanti si è quindi scatenata la lotta per il successo che ha visto Milan uscire allo scoperto negli ultimi duecento metri lasciandosi alle spalle Dekker e Groves e vestendo così la maglia ciclamino.
“I miei compagni di squadra hanno fatto un lavoro eccellente. Mi hanno detto di stare tranquillo e coperto fino al finale. Sono felicissimo di come è andato lo sprint, quando ho tagliato la linea d’arrivo ero sotto choc – ha spiegato dopo l’arrivo il campione olimpico -. Il mio primo pensiero è andato a quanto ho sofferto nei mesi scorsi, alle cadute di questa primavera e alla fatica che ho fatto per tornare al mio livello. Ho anche pensato alla mia famiglia che mi stava guardando da casa. Questa vittoria significa molto per loro. Non pensavo che avrei vinto una tappa al Giro ma sapevo di essere pronto a buttarmi nella mischia”.
Milan ha ricevuto anche i complimenti del presidente della Federazione Ciclistica Italiana Cordiano Dagnoni che ha voluto festeggiare l’affermazione dell’azzurro dell’inseguimento a squadre: “Jonathan l’abbiamo visto crescere fino a diventare uno dei pilastri del nostro quartetto dell’inseguimento e della Nazionale pista. Un atleta di grande talento con un carattere d’oro e un professionista esemplare. Un ragazzo che nonostante i tanti successi ha mantenuto l’umiltà e la voglia di crescere e migliorarsi. Ha ancora ampi margini di crescita e i suoi limiti non sono ancora noti – ha sottolineato il numero uno del ciclismo italiano -. Una volta di più si dimostra l’importanza dell’attività su pista nella formazione di un atleta completo. Il successo di Milan, inoltre, è forse la migliore risposta a quanti vogliono il nostro movimento in difficoltà nelle gare su strada. Abbiamo tanti giovani che pian piano stanno maturando. Mi auguro di vederne altri sul podio già a questo Giro“.
La maglia rosa è rimasta tuttavia sulle spalle del belga Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) che precede di ventidue secondi il verbanese Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) e di ventinove Joao Almeida (UAE Team Emirates) presentandosi così al comando della graduatoria in vista della terza tappa, 213 chilometri da Vasto a Melfi.