Denis, Bonacina e Chiappucci accendono il torneo Tennis Vip

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Piove sulla terza giornata della 45.a edizione del torneo dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo, ma l’acqua questa volta non rovina la festa.

L’ultimo ammodernamento della struttura di via Gleno 2/L, infatti, ha previsto la realizzazione di due campi in terra rossa di ultima generazione, con una copertura che garantisce l’attività sportiva anche nell’eventualità di serate storte dal punto di vista meteorologico.

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Il grazie, come sempre, va anche a Regione Lombardia, che nel progetto della Cittadella dello Sport ha creduto fortemente, recapitando circa un milione di euro a sostegno della iniziativa di riqualificazione del centro sportivo cittadino.

Parola al campo, quindi, con sfide serrate di singolare e di doppio, sempre con l’obiettivo di fare del bene nel segno della solidarietà.

Le tinte nerazzurre sono, come spesso accade, prevalenti. Ecco allora spuntare German Denis, indimenticato ex bomber atalantino reduce dalla grande impresa della salvezza con la Real Calepina, in Serie D: “È la prima volta che vengo qui e devo dire che è stato bello – commenta El Tanque –. Il tennis non è proprio il mio sport, mi sento più a mio agio con il padel che, da buon argentino, pratico da un bel po’. La mia stagione è stata positiva, fino all’ultimo siamo stati lì e l’ultima partita è stata una impresa impressionante. Una bellissima esperienza. È stata la mia ultima stagione, ho detto basta col calcio e mi concentrerò su altri sport“.

C’è spazio, ovviamente, per parlare anche di Atalanta: “Speriamo possa farcela per l’Europa. Purtroppo hanno avuto tanti infortuni, l’ultimo quello di Zapata. Ma ci sono tanti ragazzi, come Højlund e Muriel che possono dare il loro contributo“.

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Valter Bonacina

Da chi i gol li faceva a chi, invece, doveva evitarli. In via Monte Gleno venerdì sera si è visto anche Valter Bonacina, bandiera ed ex allenatore della Primavera: “L’aspetto principale è quello di fare presenza, perché sappiamo che l’Accademia dello Sport ha fatto e continua a fare beneficenza per chi ha più bisogno e per me è un piacere partecipare. Quando torno in panchina? Spero che qualcuno si faccia sentire presto. Ho seguito la stagione dell’Atalanta e per me c’è ancora da essere felici per un altro campionato straordinario, io mi diverto sempre a vederla giocare. La classifica è ancora ottima, non vedo perché si debba essere scontenti. E poi il campionato non è ancora finito, sono sicuro che dirà la sua fino alla fine: dobbiamo essere fiduciosi e stare con squadra, società e allenatore“.

Un passaggio anche sulla Primavera, che non sta disputando la sua miglior stagione: “Credo sia normale incappare in un’annata così, dopo tanti anni in cui il settore giovanile ha sfornato giocatori e fatto risultati. L’importante è mantenere la categoria e ripartire l’anno prossimo. Tra i giocatori attuali credo che Scalvini possa diventare una bandiera di questa squadra, anche se ha tanti estimatori: è fortissimo, ha fatto un altro campionato strepitoso e ha tutte le qualità per potersi affermare“.

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Claudio Chiappucci

Non solo calcio, però. Abbandonato il pallone, saliamo in sella con “El Diablo” Claudio Chiappucci, un ritorno graditissimo sui nostri campi.

Tennisti non ci si inventa e oltre al ciclismo non riesco a fare bene altri sport. Io da vero sportivo mi butto un po’ ovunque: padel, golf, calcio. Qui ci arrivo in qualche maniera, ma l’importante è il motivo perché ci ritroviamo“.

Impossibile non parlare del Giro, che proprio nel weekend fa tappa a Bergamo con un percorso che sarebbe stato adatto alla caratteristiche del Diablo: “Sicuramente non sarà una tappa che arriva in volata, con diverse salite e tempo incerto. Mi sembra che in gruppo siano già abbastanza stanchi e credo possa venir fuori una corsa dura e difficile. Nel ciclismo di oggi non ci sono più tappe di transizione, ogni giorno fa storia a sé e può succedere di tutto. Sono convinto che a Bergamo sarà una bella giornata. Purtroppo è un’edizione del Giro che già alla vigilia ha fatto parlare poco, ancora meno dopo che la stella annuncia Evenepoel ha abbandonato e lasciato campo libero a Roglic. Dietro di loro si è visto poco e noi da italiani non abbiamo purtroppo un leader che possa fare classifica come si deve. Si può puntare alle tappe, ma anche lì abbiamo perso tanti pezzi. Però è il Giro d’Italia, non avere italiani protagonisti si sente, ancora di più se non puoi contare su nomi altisonanti. È rimasto Thomas, ma in condizioni normali in altri giri faticherebbe parecchio. Le grandi corse a tappe ormai sono diventate troppo dure. Guardare solo alla spettacolarità delle grandi montagne non basta se poi i corridori non sono in grado di renderle spettacolari: così si spegne tutto e il Giro ne paga le conseguenze“. (U.S.)