Una volta i pugni li usava per respingere i palloni che i suoi avversari gli indirizzavano tra i pali della porta in cui era schierato. Nella serata in cui il Milan, sua ex squadra, conquistava il 18esimo scudetto, l’ex portiere Sebastiano Rossi li ha trasformati in arma impropria colpendo un maresciallo dei carabinieri in un bar di Cesena, la città romagnola in cui vive. Secondo le notizie di agenzia, Rossi si sarebbe intrattenuto nel locale fumando un sigaro, cosa non consentita dalla legge. All’invito della titolare a lasciare il bar, l’ex rossonero si sarebbe rifiutato rispondendo con invettive. Il militare, seduto a un tavolo dello stesso bar, dopo essersi identificato ha cercato di rabbonirlo, finendo invece per essere aggredito. Immobilizzato dallo stesso maresciallo, è stato arrestato da un pattuglia dell’Arma intervenuta prontamente e ha trascorso la notte in cella nella caserma dei carabinieri di Cesenatico. Un episodio decisamente inglorioso per il portiere che detiene il record di imbattibilità del campionato italiano, con 929 minuti senza gol dalla 16ª alla 26ª giornata nella stagione 1993-94. Con il Milan ha vinto cinque scudetti (dal ’92 al ’94 e quelli del ’96 e ’99), la Coppa dei Campioni e la Supercoppa europea nel ’94 e tre Supercoppe italiane (dal ’92 al ’94). Ma Sebastiano Rossi sembra sia rimasto rossonero, a modo suo: rosso di vergogna e nero come il colore del libro in cui ha scritto stavolta il suo nome.
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