di Marco Cangelli
Il Monte Bianco premia ancora una volta l’intraprendenza di un fuggitivo e nel caso specifico dell’olandese Wout Poels.
Il portacolori della Bahrein Victorius ha coronato la lunga fuga aggiudicandosi la quindicesima tappa del Tour de France con arrivo a Saint Gervais negando la gioia della vittoria all’indomito Wout Van Aert (Jumbo-Visma).
Inizio particolarmente frizzante complice la discesa che ha accompagnato i corridori da Les Gets les Portes du Soleil verso la pianura causando così una frattura all’interno del gruppo, prontamente ricucita e decisiva per lasciar andar via un gruppetto di dieci corridori.
Questi ultimi hanno però dovuto fare i conti con la voglia di numerosi atleti di centrare la fuga e in vista del Col des Fleuries sono stati costretti ad alzare bandiera bianca lasciando spazio ancora a una serie di scatti e controscatti con Julian Alaphilippe e Alexey Lutsenko (Astana) decisi ad accelerare in vista del gran premio della montagna.
Anche per loro nulla da fare complice il ritorno del plotone in discesa che però ha lasciato libertà nel tratto di falsopiano a 36 corridori che hanno dato vita alla fuga di giornata guadagnando sette minuti di vantaggio.
Rui Costa (Intermarché Circus Wanty), Omar Fraile (Ineos Grenadiers), Alex Aranburu (Movistar), Mathieu Burgaudeau (Total Energies), Chris Hamilton (DSM), Marc Soler (UAE), Wout Van Aert (Jumbo Visma), Guillaume Martin e Ion Izagirre (Cofidis), Nils Politt e Marco Haller (Bora Hansgrohe), Mikel Landa e Wout Poels (Bahrain Victorious), Soren Kragh Andersen e Mathieu Van der Poel (Alpecin Deceuninck), Olivier Le Gac e Thibaut Pinot (Groupama FDJ), Warren Barguil e Simon Guglielmi (Arkea Samsic), Lawson Craddock, Christopher Juul-Jensen e Luka Mezgec (Jayco AlUla), Torstein Traeen, Soren Waerenskjold e Jonas Abrahamsen (Uno X), Juanpe Lopez, Mattias Skjelmose e Giulio Ciccone (Lidl Trek), Hugo Houle, Krists Neilands, Dylan Teuns e Michael Woods (Israel Premier Tech), Rigoberto Uran, Andrey Amador, Neilson Powless e Magnus Cort Nielsen (EF) si sono quindi dati battaglia sui vari gran premio della montagna in programma, con Ciccone in grado di transitare per primo sul Col de la Croix Fry e vestire così la maglia a pois dedicata al miglior scalatore.
Dietro però avveniva l’ennesimo incidente in questa tre giorni sulle Alpi: un cellulare sporto oltre le transenne è stato colpito dall’americano Sepp Kuss (Jumbo-Visma) che è finito a terra causando una maxi-caduta che ha coinvolto fra gli altri il compagno di squadra Nathan Van Hooydonck, Egan Bernal, Kevin Vermaerke (Team DSM) e Michael Gogl (Alpecin-Deceuninck).
Il momento decisivo della tappa è arrivato sul Col des Aravis dove, in vista del GPM, Soler ha attaccato portandosi dietro in discesa Van Aert, Poels e Neilands, costretto quest’ultimo a cedere complice una caduta causata da una borraccia.
Il terzetto si è quindi presentato in vista della penultima salita con oltre due minuti di vantaggio sugli inseguitori giocandosi quindi il successo sulle ascese concluse che hanno visto Poels allungare in solitaria sulla Côte des Amerands resistendo allo strenuo inseguimento di Van Aert.
L’olandese ha quindi tagliato il traguardo con 2’08” sul fuoriclasse belga e 3’00” sul francese Burgaudeau, mentre in chiave classifica generale Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha provato a sfruttare il lavoro del compagno Adam Yates per distanziare invano la maglia gialla Jonas Vingegaard (Jumbo Visma).
Il danese guida si presenta al secondo giorno di riposo con 10 secondi di ritardo sul giovane sloveno, mentre lo spagnolo Carlos Rodriguez (Ineos-Grenadiers) rafforza il terzo posto a 5’21” dalla vetta sfruttando i problemi di Jai Hindley (Bora-Hansgrohe) e resistendo agli attacchi di Adam Yates, quarto a 5’40” da Vingegaard.