Il Giro di Lombardia piuttosto che la “Corsa delle Foglie Morte” è diventata la gara degli addii.
L’addio di Thibaut Pinot al mondo delle competizioni, quello di Primoz Roglic alla Jumbo-Visma, quello della Soudal-Quick Step qualora la fusione con gli olandesi andasse in porto.
L’ultima “Classica Monumento” della stagione è rimasta ad appannaggio di chi conosce a fondo il proprio futuro ed è pronto a vivere un 2024 al massimo delle proprie possibilità.
Stiamo parlando di Tadej Pogacar che ha trionfato sul traguardo di Bergamo dopo una prova corsa a tutta velocità portando così a tre i successi nella competizione.
La corsa, 238 chilometri con partenza da Como, si è accesa sin dalle prime battute grazie a una fuga particolarmente numerosa che ha visto protagonisti 16 uomini, Thomas De Gendt (Lotto Dstiny), Samuele Battistella (Astana), Mattia Bais (Eolo Kometa), Nicolò Buratti (Bahrain Victorious), Ben Swift (Ineos Grenadiers), Simon Geschke (Cofidis), Asbjorn Hellemose (Lidl Trek), Paul Ourselin (Total Energies), Nicolas Prodhomme (Ag2r Citroen), Kamil Malecki (Q36.5), Jacob Eriksson e Nils Brun (Tudor), Tobias Bayer e Nicola Conci (Alpecin Deceuninck), Alex Tolio e Martin Marcellusi (Green Project Bardiani Csf Faizanè).
In grado di prendere un vantaggio massimo di quattro minuti e mezzo, i battistrada hanno superato la salita che conduce alla Madonna del Ghisallo lanciandosi verso la scalata della Roncola senza particolari difficoltà.
Il primo colpo di scena è arrivato dopo soli ventuno chilometri quando Remco Evenepoel è finito a terra a causa di una caduta che ha coinvolto Giovanni Aleotti (Bora Hansgrohe) e Sjoerd Bax (UAE Team Emirates).
Costretto ad esser atteso dai compagni di squadra Julien Alaphilippe e Ilan Van Wielder, il campione belga si è fatto curare dal medico di gara prima di rientrare in gruppo e rimanere sulle ruote complice il grande lavoro svolto dagli uomini della Jumbo-Visma e dell’EF Education-EasyPost.
Mentre il distacco fra il plotone principale e gli attaccanti si riduceva, sulla salita del Berbenno il ritmo si è alzato ulteriormente con la Soudal-Quick Step a portarsi al comando e a farne le spese è stato lo spagnolo Enric Mas (Movistar Team), secondo lo scorso anno alle spalle di Pogacar.
Sulla salita verso Zambla il campione irlandese Ben Healy (EF Education-EasyPost) e Oscar Onley (Team DSM- Firmenich) sono emersi dal gruppo raggiungendo i battistrada e rimanendo soltanto con Tollio, Marcellusi, Prodhomme e Ourselin.
Nella discesa Healy e Marcellusi hanno ulteriormente forzato, mentre nel plotone principale c’è stata un’ulteriore sbandata che ha stavolta coinvolto sei corridori tra i quali il campione olimpico Richard Carapaz (EF Education-EasyPost) e lo spagnolo Mikel Landa (Bahrein-Victorius) con l’iberico ad aver la peggio.
Sul Passo di Ganda Healy ha provato a mettersi in proprio venendo però ripreso dai migliori con Aleksandr Vlasov (Bora Hansgrohe), Michael Woods (Israel Premier Tech), Richard Carapaz (EF), Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers), Primoz Roglic (Jumbo Visma), Simon Yates e Chris Harper (Jayco AlUla), Tadej Pogacar e Adam Yates (UAE), Andrea Bagioli e Fausto Masnada (Soudal QuickStep) notando immediatamente l’assenza di Remco Evenepoel, costretto a far i conti con le botte di inizio gara.
A provare quindi il colpo decisivo ci ha pensato Pogacar che, insieme a Vlasov, ha cercato di anticipare venendo raggiunti verso il GPM da Roglic, Bagioli e Simon Yates.
Scatenato il giovane sloveno ha riattaccato nuovamente in discesa con gli avversari che hanno iniziato a guardarsi dietro lasciando spazio al capitano dell’UAE Team Emirates.
Forte di quasi un minuto di vantaggio, Pogacar ha dovuto far i conti con i crampi guadagnando costantemente e giungendo allo strappo della Boccola senza particolari patemi.
Transitato fra due ali di folla festante, lo sloveno si è quindi lanciato verso la discesa che conduce in Viale Papa Giovanni XXIII chiudendo le proprie fatiche a braccia levate.