La SuperLega avanza? La Corte bacchetta FIFA e UEFA per il diritto alla concorrenza, ma non esprime alcun giudizio sul progetto

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La SuperLega avanza? Proviamo a capire cosa dice la sentenza. Intanto i fatti: una società (la European Superleague Company) nel 2021 ha dato vita a un progetto di calcio con squadre blasonate dei diversi campionati europei a invito come Juve, Barcellona, Real Madrid e alcune squadre della Lega inglese. Quando è stato presentato il progetto da subito i tifosi inglesi hanno reagito criticando duramente la vicenda tanto da far retrocedere dalla loro decisioni le squadre inglesi che vi avevano inizialmente partecipato. Poi Fifa e Uefa hanno minacciato gravi ripercussioni come espulsione dai tornei ufficiali delle squadre partecipanti alle Coppe europee e sanzioni milionarie.

La società che ha ideato la Superlega ha sede a Madrid, in Spagna. Ritenendo che i criteri adottati da FIFA e UEFA fossero in antitesi con le leggi europee si è rivolto al Tribunale di Madrid e ha sollevato il principio della trasparenza, della concorrenza e della libera prestazione dei servizi. Il Tribunale di Madrid, a sua volta, ha posto la qusetione alla Corte di giustizia dell’Unione europea che, questa mattina, ha emesso la sentenza.

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Di seguito proponiamo il testo della sentenza, così come offerto alla stampa. Da rilevare un passaggio importante, prima di dire che la SuperLega si farà. Perché la Corte, dopo aver detto che FIFA e UEFA stanno discriminando il progetto, ha anche sottolineato che “Ciò non significa che una competizione come il progetto della Superlega debba necessariamente essere approvata. La Corte, essendo stata interpellata in generale sulle norme FIFA e UEFA, nella sua sede non pronuncia un giudizio su quel progetto specifico”.

Sentenza Corte UE

Ecco il testo:
“Le norme FIFA e UEFA sull’approvazione preventiva delle competizioni del calcio interclub, come la Super League, sono contrarie al diritto dell’UE. È questo il titolo della sentenza emessa dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea, emessa oggi, 21 dicembre 2023, con un comunicato stampa che porta il numero 203/23 e che riporta quanto dice la Sentenza della Corte nella causa C-333/21.

Di fatto la Corte sottolinea che le norme FIFA e UEFA sono contrarie al diritto della concorrenza e alla libera prestazione dei servizi.

Le regole FIFA e UEFA subordinano alla loro previa approvazione qualsiasi nuovo progetto calcistico interclub, come ad esempio la Super League e il divieto ai club e ai giocatori di giocare in quelle competizioni ritenendoli illegali. Non c’è quadro normativo FIFA e UEFA che garantisca che siano trasparenti, oggettive, non discriminatorie e proporzionate.

Allo stesso modo, le norme che conferiscono alla FIFA e alla UEFA il controllo esclusivo sullo sfruttamento commerciale dei diritti connessi a tali concorsi sono tali da restringere la concorrenza, data la loro importanza per i media, i consumatori e telespettatori nell’Unione europea.

La Fédération internationale de football Association (FIFA) e l’Unione delle associazioni calcistiche europee (UEFA) sono associazioni di diritto privato con sede in Svizzera. Il loro obiettivo è promuovere e definire il quadro normativo per il calcio a livello mondiale ed europeo. Hanno adottato norme che conferiscono loro il potere di farlo approvando le competizioni calcistiche interclub in Europa per sfruttare i vari diritti mediatici ad esse correlati.

Un gruppo di 12 squadre di calcio europee, tramite la società spagnola European Superleague Company, desiderava dare vita a un nuovo progetto di competizione calcistica: la Superlega.

La FIFA e la UEFA si sono opposte al progetto, minacciando di imporre sanzioni ai club e ai giocatori che avessero deciso di intraprendere.

La European Superleague Company ha intentato un’azione legale contro la FIFA e la UEFA dinanzi al Tribunale commerciale di Madrid (Spagna), sostenendo che le loro norme sull’approvazione dei concorsi e sullo sfruttamento dei diritti dei media sono contrarie alla legge europea. La società ha sollevato qualche dubbio in merito, in relazione, tra l’altro, al fatto che la FIFA e la UEFA detengono il monopolio del mercato, così il giudice spagnolo ha sottoposto la questione alla Corte di giustizia.

La Corte rileva che l’organizzazione di competizioni calcistiche interclub e lo sfruttamento dei diritti dei media sono, evidentemente, attività economiche. Devono quindi rispettare le regole della concorrenza e rispettare le libertà di movimento, anche se l’esercizio economico dello sport presenta alcune specificità caratteristiche, quali l’esistenza di associazioni dotate di determinati poteri di regolamentazione e controllo e il potere di imporre sanzioni. La Corte rileva inoltre che, parallelamente a tali competenze, anche la FIFA e l’UEFA organizzano competizioni calcistiche.

La Corte dichiara poi che, quando un’impresa in posizione dominante ha il potere di determinare le condizioni alle quali le imprese potenzialmente concorrenti possono accedere al mercato, tale potere deve, tenuto conto del rischio di conflitto di interessi che ne deriva, essere sottoposto a criteri idonei, che questi criteri siano trasparenti, oggettivi, non discriminatori e proporzionati. Tuttavia, i poteri della FIFA e della UEFA non sono soggetti a tali criteri. La FIFA e la UEFA stanno quindi abusando di una posizione dominante.

Inoltre, data la loro natura arbitraria, le loro norme in materia di approvazione, controllo e sanzioni devono essere ritenute restrizioni ingiustificate alla libera prestazione dei servizi.
Ciò non significa che una competizione come il progetto della Superlega debba necessariamente essere approvata. La Corte, essendo stata interpellata in generale sulle norme FIFA e UEFA, nella sua sede non pronuncia un giudizio su quel progetto specifico.
Parallelamente, la Corte osserva che le norme FIFA e UEFA relative allo sfruttamento dei diritti mediatici sono tali da risultare dannose per le società calcistiche europee, per tutte le società che operano nei mercati dei media e, in ultima analisi, per i consumatori e i telespettatori, impedendo loro di fruire di contenuti nuovi e potenzialmente innovativi.

Spetta tuttavia al Tribunale di commercio di Madrid verificare se tali norme possano essere accettate, tuttavia avvantaggiano diverse parti interessate nel calcio, ad esempio, garantendo una ridistribuzione solidale delle risorse dei profitti generati da tali diritti.
La sentenza chiude con una nota finale: Il rinvio pregiudiziale consente alle corti e ai tribunali degli Stati membri, nelle controversie che sono stati portati dinanzi a loro per sottoporre questioni alla Corte di giustizia sull’interpretazione della normativa europea il diritto dell’Unione o la validità di un atto dell’Unione europea. La Corte di giustizia non decide essa stessa sulla controversia. È la corte o il tribunale nazionale a pronunciarsi sul caso in conformità con la decisione della Corte, che è parimenti vincolante per altre corti o tribunali nazionali davanti ai quali viene sollevata una questione simile”.