Giornata decisamente sorprendente quella di ieri per il torneo Master 1000 di Miami, con grandi battaglie nel maschile e colpi di scena nel femminile. Se i giocatori che giungono in semifinale non sorprendono i bookmakers, certamente il modo in cui Murray e Nadal hanno sofferto per ottenerne il pass, ha decisamente lasciato il segno. Nel caldo pomeriggio della Florida, lo scozzese parte bene contro il coriaceo Tipsarevic, aggiundicandosi rapidamente un break di vantaggio che sembra condurlo verso un tranquillo primo set. Sul 4/2 però si spegne improvvisamente, abbassa il ritmo degli scambi e complice un problema allo stomaco, si inabissa sotto un terrificante parziale di 6 giochi a zero. L’intervento del medico durante il cambio di campo, non sembra immediatamente fornire l’aiuto necessario ma dopo un paio di games sofferti, ecco che Andy fa rivivere il mito di Connel McCloud, immortale Higlander, incapace di conoscere la sconfitta. Nuovo cambio di marcia e dopo una maratona di 2 ore e 38 minuti, meritato quanto soffertissimo successo (4/6 6/3 6/4) per confermare la propria testa di serie (4) e giungere in semifinale, dopo aver ceduto il primo set dall’inizio del torneo. Nel turno serale Rafa Nadal esce dai blocchi fortissimo, costringendo Tsonga ad un numero abominevole di errori gratuiti e volando sul 6/2 4/2 in poco più di un’ora di gioco. Sul 4/5 nel secondo parziale e con le spalle praticamente al muro, il transalpino gioca il tutto per tutto, sciorinando tre games perfetti ed allungando il confronto al terzo e decisivo parziale. Lo spagnolo torna attento ed infallibile, senza lasciare possibilità alcuna, sfrutta l’unica palla break sul 4/4 per poi chiudere alla terza occasione nel turno di servizio successivo. 6/2 5/7 6/4 dopo 2ore e 50 minuti di gioco, con i primi due fab four pronti per una splendida sfida in semifinale. Decisamente fuori pronostico sono invece i nomi delle semifinaliste in campo femminile. La sorpresa più grossa viene sicuramente dalla francese Bartoli che con il doppio 6/3 inflitto alla numero 1 del mondo Victoria Azarenka, scalza dal gradino più alto delle”sorprese” lo statunitense Roddick, capace di infliggere un inatteso stop a Roger Federer. Con tutto il rispetto e l’ammirazione per la transalpina (già finalista a Wimbledon 2007), nessuno avrebbe pronosticato lo scivolone della bielorussa dopo 26 vittorie consecutive, ma evidentemente l’aria di Miami danneggia le “strisce”( Federer fermato a 16). Non bastano i numeri per leggere le partite ma sicuramente aiuta, per leggere l'”impresa”, scoprire che Marion termini con 27 vincenti e 25 errrori gratuiti, mentre per Victoria sono solamente 16 i winners a fronte di ben 30 errori non forzati. Quarta ed ultima semifinalista, la polacca Radwanska che a onore di classifica meritava i favori del pronostico contro Venus Williams, ma certamente non offriva le necessarie garanzie di qualità e solidità per scommettere sulla sua affermazione. Dopo una serie impressionante di break nel primo parziale, Venus perde fiducia mancando una buona occasione sul 3/3 per tenere finalmente la battuta e questa volta non riesce più a riprendersi. 6/4 6/1 in soli 80 minuti di gioco è la dura lezione impartita alla seconda delle sorelle Williams che lasciano così inopinatamente il tabellone. Certo le qualità sono indiscutibili, così come altrettanto indiscutibile sia il fatto che le lunghe assenze e le “pause”più o meno forzate dai campi di gioco, non possono fare altro che azzerare il gap fisico con le altre rivali. Oggi in campo le quattro ragazze rimaste per contendersi il trionfo finale (Wozniacki-Sharapova e Bartoli-Radwanska), che si alterneranno ai quattro uomini in lizza per contendersi i due posti vacanti nelle semifinali (Djokovic-Ferrer e Monaco-Fish).
( commento di Luca Polesinanti )