Si conclude la prima serie dei quarti di finale con il “cappotto” di Sassari a Bologna. Ancora una volta tutto deciso in una frazione di secondo, come in gara 2. Sabatini “congeda”la Virtus e lascia tutto in mano alla prossima Fondazione. La vera sorpresa arriva dal PalaWhirpool dove Varese sorprende la Montepaschi e allunga la serie a gara 4. Questa sera match-point per Milano e Cantù.
Canadian Solar Bologna – Banco di Sardegna Sassari 71-72
“Un mix di rabbia e grande rammarico”, questa la definizione di coach Finelli in sala stampa, sentimenti che avranno pervaso l’animo dei tifosi bianconeri pietrificati dalla malefica parabola scagliata da Manuel Vanuzzo sul suono dell’ultima sirena. Fantasmi di gara 2 che ritornano, cambia il protagonista, ma purtroppo per i bolognesi, il tremendo risultato è lo stesso. Fatto salvo che la qualificazione alle semifinali del Banco è meritatissima, va detto che subire 6 punti decisivi in meno di 1 secondo e mezzo totale è un evento più unico che raro, segno inequivocabile che il destino aveva già indirizzato i sardi nel prosieguo della loro straordinaria annata. Momento difficile ora in casa Virtus, verranno a mancare alcuni pilastri societari e tecnici che avevano fatto la storia recente del Club, il prossimo budget si annuncia ulteriormente ridotto ed allora non resta che puntare forte sulle risorse provenienti dal florido settore giovanile (o almeno queste paiono essere le intenzioni). Il patron, Claudio Sabatini nel rammarico del dopo-partita, “saluta” la sua Virtus ed annuncia l’arrivo della Fondazione a gestire il prossimo futuro. Veniamo a quanto successo sul parquet: i padroni di casa partono forte con le iniziative isolate di Douglas-Roberts (5 per un -3 di valutazione), che però si esauriscono in fretta anche alla luce dei prematuri 2 falli dell’esterno USA. Come al solito, dalla parte opposta Drake Diener (12) si assume la responsabilità di fare rientrare la propria squadra (14-14 al 8′), ma poi subisce la pressione difensiva di Vitali, perdendo lucidità. Ne approfittano così i panchinari (Paunic, Werner) per dare una scossa al match, piazzando un parziale di 15-0 a cavallo dei primi due quarti, con Koponen (21) ancora una volta arma illegale, che fissa il 29-14 con due triple. Sembra di assistere ad una classica gara 3 con la squadra ospite avanti 2-0, che piano piano si scioglie di fronte alla voglia ed alla energia da ultima spiaggia degli avversari. Ma Sassari non è una squadra comune, per bocca del proprio condottiero coach Sacchetti “non ho pensato di tirare i remi in barca,…ho giocatori orgogliosi, vogliono provarci fino alla fine”. E così controparziale di 14-0 a firma Hosley (18 e 14 rimbalzi!), per arrivare sulle giocate di Poeta (10 ma 0 assist) e Sacchetti junior al 37-34 prima dell’intervallo lungo. Terzo quarto piacevole, con botta e risposta da una parte e dall’altra, il tabellone segna 55-54 dopo altri 10′ e si capisce che sarà una sfida apertissima fino al termine. Contrariamente alle previsioni ed ai dati statistici precedenti, gli ospiti dominano a rimbalzo (50 totali di cui 20 in attacco) e questa marea di secondi tiri, bilancia l’allucinante 6/17 ai liberi (Easley “protagonista”con 2/9). Canadian invece avara nei tiri da 2 (13/32), nonostante un super Gigli (14 e 13 rimbalzi di cui 5 offensivi nel solo ultimo quarto). Si arriva alla volata finale, Koponen perde una palla nel traffico, ma Super Sanikidze (8 e 11 rimbalzi) indossa gli stivali delle sette leghe per piazzare una terrificante stoppata coast to coast ad un incredulo Vanuzzo. La palla torna nelle mani bianconere, Koponen e Poeta fanno il pieno dalla lunetta e ad un minuto dalla fine si arriva sul +5. Partita finita? Nemmeno per idea, Drake Diener subisce fallo sulla penetrazione, segna il primo libero, sbaglia il secondo, ma conquista il rimbalzo d’attaco e mette a segno un canestro fondamentale: -2. Time-out in serie sulle due panchine e palla nelle mani di Koponen con qualcosa in più di 24” sul cronometro. Il play finlandese congela il possesso al limite del possibile, gioca il pick and roll con Gigli, lo serve nel cuore dell’area e questi a sua volta piazza un suberbo assist per Sanikidze, che deve solo schiacciare a canestro il pallone della vittoria. Incredibilmente il georgiano si fa “attrarre” da una giocata differente e sbaglia un comodo lay-up di sinistro. Pubblico incredulo e soprattutto terrorizzato, la palla ora è nelle mani di Hosley con meno di 10″. Dopo un paio di palleggi, parte sparato con la mano destra ma subisce la rimonta di Douglas-Roberts che da dietro con una prodezza fisica, lo stoppa con la mano sinistra e manda il pallone sulla prima fila di spettatori. Tutti con il naso all’insù, mancano 53 centesimi. Sacchetti chiama time-out, mentre sull’altra panchina Finelli invita tutti alla massima attenzione. Di nuovo Hosley a rimettere il pallone dalla linea di fondo, Poeta si butta a raddoppiare su Diener, mentre Gigli rimane a protezione dell’area, permettendo a Vanuzzo (7) di aprirsi e liberare una tripla da 8 metri. La sirena suona, la palla brucia la retina, la panchina sassarese invade il parquet, quella bolognese resta attonita. 53 centesimi, una vita nella pallacanetro, la differenza fra vincere e perdere.
Cimberio Varese – Montepaschi Siena 73-70
Probabilmente nemmeno il tifoso più sfegatato di Varese avrebbe pensato di tornare mercoledì al PalaWhirpool, quando passati 20′ il tabellone segnava 30-41. Come accaduto anche nelle prime due sfide della serie, il primo quarto vede il dominio di Siena avanti 18-9 al 10′, figlio di un 11-0 iniziale con la Cimberio che “colleziona” 5 palle perse sui primi 6 possessi offensivi. McCalebb (11 e 5 assist) e Kaukenas (16 e 7 rimbalzi) appaiono in controllo, anche senza poter contare sul solito apporto di Andersen (6 con 1/7 al tiro e 0 rimbalzi) e Lavrinovic (12 ma con 3/10 dal campo). Nelle file senesi manca anche Thornton, “sacrificato” al rientro di David Moss (2) sicuramente ancora lontano dalla migliore condizione. I biancorossi provano a scuotersi e si aggrappano alle poderose spalle di Diawara (12), che con due terrificanti schiacciate rianima compagni e tifosi (21-29 al 15′). I problemi per coach Recalcati arrivano però dal reparto “piccoli”, dove il trio Ranniko-Goss-Stipcevic “produce” un desolante 1/10 al tiro con 6 punti totali, questi dati aggiunti all’impietoso 1/8 complessivo da 3 punti sembrano condannare la Cimberio ad una ennesima sconfitta. Rinfracati animi e fisici negli spogliatoi, i lombardi si giocano anche la carta della zona 3-2, che placa l’attacco biancoverde (11 punti a segno nel terzo quarto). Se Goss (9) e Ranniko (6) continuano a “litigare” con i ferri, non si può dire altrettanto di Stipcevic (19), che mette a segno tutti i propri punti negli ultimi 17′. Roba da stropicciarsi gli occhi, perchè ora è Varese ad essere avanti e a chiudere sul +4 il terzo quarto (56-52). I campioni d’Italia reagiscono come un animale ferito, ma non trovano la giusta lucidità (8/30 la percentuale nei secondi 20′), arrivando per due volte a -1 senza riuscire nel controsorpasso. L’arco dei tre punti torna a sorridere ai tiratori di casa (6/16 nel secondo tempo) e le gite in lunetta di Goss e Stipcevic garantiscono il +3 finale, solo “scalfito” dalla ultima disperata tripla di Kaukenas che parte dalla linea di metà campo ed esaurisce la propria corsa sul primo ferro. Tutto rinviato a mercoledì, con l’orgoglio varesino (capace di riportare a Masnago una vittoria play-off dopo oltre 10 anni) ansioso di proseguire il momento magico.
( commento di Luca Polesinanti )