E’ l’ora della fiamma olimpica, della torcia che, dopo aver viaggiato per oltre 8.000 km, accende il braciere che illumina il più grande spettacolo sportivo. Troppi e spesso inutili i pareri di chi avversa l’appuntamento a cinque cerchi sol perché a taluni appare come un grande carrozzone su cui viaggiano sponsor e vettori mediatici. Dimenticando che solo la forza della comunicazione e delle immagini riesce a rendere il dovuto omaggio a ogni sforzo atletico che riassume anni di aspettative e sacrifici. Partecipare alle Olimpiadi è già un traguardo da sogno, per i top players un appuntamento da non perdere. Paradossalmente per i grandi favoriti una medaglia che non sia d’oro potrebbe risultare un risultato a metà. Tuttavia, una medaglia è una medaglia e ai veterani. che con le loro gesta hanno già contrassegnato le passate edizioni con il titolo olimpico, basterebbe tornare a salire sul podio per sentirsi appagati. Il gradino più alto significherebbe proiettarli nella leggenda. Non elenchiamo nomi, ma basta consultare il medagliere di Atene e Pechino per capire quali campioni possano incidere nella storia dei Giochi di Londra 2012.
Il passaggio della torcia olimpica lungo le strade della capitale britannica è stato uno spettacolo incredibile di entusiasmo e partecipazione che ha accomunato decine di migliaia di persone, molte delle quali giunte da ogni parte. Nei due mesi precedenti la cerimonia di apertura, la fiamma ha percorso in lungo e in largo la Gran Bretagna. Vederla transitare da Trafalgar Square a Buckingham Palace, solo per citare due luoghi simbolo di un serpentone cittadino di oltre 50 chilometri disegnato dal comitato organizzatore, è stata un’emozione unica. Emblematico il tratto di strada antistante la cattedrale di Westminster che ha visto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, in veste di tedoforo d’eccezione. Tra i portatori della torcia ci sono stati atleti, personaggi famosi e gente comune. Qualcuno con una storia personale molto particolare, come il 15enne Patrick Cane, che nonostante una serie di amputazioni rese necessarie da una virulenta forma di setticemia meningococcica a soli 9 mesi, ha percorso con orgoglio il suo pezzo di strada. Una citazione particolare merita la Regina Elisabetta II, chiamata ad aprire ufficialmente i Giochi Olimpici all’indomani dei festeggiamenti per il giubileo legato ai 60 anni della salita al trono. La sovrana britannica era una bambina quando, nel 1948, con le ferite ancora aperte del secondo conflitto mondiale, la Regina Madre presenziò all’apertura dei Giochi Olimpici. Grande significato ricoprì quell’edizione, che gettò le basi per la riappacificazione e la concordia nel vecchio continente e nel resto del mondo. I Giochi di Londra 2012 si svolgono in quadro economico di grande preoccupazione a livello internazionale, che richiama la sobrietà e la tenuta. Si è parlato dei premi riconosciuti agli atleti che conquistano una medaglia. Per qualcuno è il valore corrispondente al sacrificio di una vita, soprattutto quando la disciplina non è sostenuta generosamente da grandi sponsor. Un invito: godiamoci le Olimpiadi e speriamo di poter discutere molte volte sulla congruità del premio assegnato agli azzurri che saliranno sul podio.