Se c’è un esempio positivo da additare ai giovani sportivi non può che essere quello di Josefa Idem, la 48enne canoista che, alla sua ottava partecipazione alle Olimpiadi, centra l’ennesima finale nella canoa K1 500 metri emozionando fino al punto da posizionarsi in terza posizione a 100 metri dal traguardo per poi chiudere al quinto posto. La longevità della Idem non è solo fisica. E’ frutto di un atteggiamento e uno stile di vita che meritano di essere insegnati. Non importa che la matura atleta di origine tedesca non abbia messo al collo la medaglia, perché la sua impresa resterà negli annali e il suo palmares resta comunque ricco: 5 medaglie olimpiche (oro Sydney 2000, argento ad Atene 2004 e Pechino 2008, bronzo ad Atlanta 1996 e Los Angeles 1984, quando ancora gareggiava per la Germania), 22 medaglie ai Mondiali, 13 ai campionati Europei. Josefa è di carattere vincente e forse non le basta essere un’icona dello sport italiano. Al termine della finale non riesce a mascherare la delusione, perché avrebbe voluto essere sul podio. Forse proprio questa forza di volontà e la capacità di continuare a crederci ha spinto la favolosa atleta a riflettere e decidere di terminare la carriera olimpica con questo risultato. Il prossimo appuntamento olimpico di Rio de Janeiro nel 2016 la vedrà tagliare il traguardo dei 52 anni, sicuramente conservando la classe, l’eleganza e la bellezza che ne contraddistinguono la figura, certa a questo punto di sedersi a fare la spettatrice o dare consigli alle nuove generazioni di canoiste. Di certo Josefa Idem non si accontenta di fare la comparsa. Vederla vincere la semifinale lasciandosi dietro atlete che potrebbero essere sue figlie la dice lunga sulle qualità e doti tecniche intramontabili. Una storia eccezionale che insegna come l’allenamento assiduo, la forza fisica e il sostegno della famiglia riescano a fare la differenza e azzerare l’anagrafe.