Schwazer marcia nella polvere

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Una faccia da bravo ragazzo prestata all’immagine di un noto marchio di latte del Trentino, la sua terra. Una medaglia di oro purissimo e nobilissimo conquistata a Pechino 2008 nella dura specialità della marcia 50 km che nel passato è stata blasonata da nomi illustri come Abdon Pamich e Maurizio Damilano. E invece per Alex Schwazer la possibilità di ripetere l’impresa è fallita miseramente perché l’atleta azzurro a Londra non metterà neppure piede. Positivo al controllo antidoping, ha ammesso di aver fatto ricorso all’Epo, la pratica che permette l’aumento di globuli rossi nel sangue con lo scopo di migliorare le prestazioni atletiche. Uno scandalo e una vergogna che lo stesso Schwazer ha ammesso, dichiarando definitivamente chiusa la sua esperienza sportiva. Prima di lui lo ha fatto il CONI estromettendolo dalla gara olimpica.

Un’autentica follia, non ci sono giustificazioni. Lapidario il suo tecnico Michele Didoni. E non si può che essere d’accordo. A 28 anni si è uomini, non più ragazzi. Il gesto insensato di Alex avrà conseguenze sul movimento. Quando lo ha saputo, la madre stava per essere ricoverata al pronto soccorso per la tensione. “L’esclusione di Schwazer è una decisione dolorosa ma giusta che dimostra la serietà dello sport italiano – sentenzia il presidente del Coni Giovanni Petrucci – È una pagina dello sport italiano che non avrei mai voluto vivere. Si tratta di una notizia che ha ferito tutti. Ho sempre detto che è meglio avere qualche medaglia in meno ma più pulizia. E non voglio fare la morale a nessuno, toccherà all’atleta fare l’esame di coscienza. Posso solo augurarmi che tutte le federazioni del mondo seguano il nostro esempio”.

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Nello sport non si può barare. Per vincere a Londra, Schwazer non aveva bisogno di doparsi. Ha sbagliato e per questo sarà punito severamente. «Una giornata amara per l’atletica e per lo sport italiano», il commento del presidente della Fidal, Franco Arese. Appartenente al gruppo sportivo Carabinieri, Schwazer sarà raggiunto anche dai provvedimenti che il Comando generale dell’Arma intenderà assumere nei suoi confronti.

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