Federico Peluso bagna con una rete in pieno recupero il suo esordio in Nazionale dal 1’, dopo due ingressi dalla panchina che ne avevano sancito la presenza stabile nel gruppo di Cesare Prandelli. Non è un mistero che il Ct fosse un estimatore del 28enne difensore di scuola laziale, arrivato in terra orobica con la maglia dell’Albinoleffe e alla quinta stagione all’Atalanta. Un calciatore dal comportamento serio e diligente, che si è sempre distinto per continuità dimostrando di saper interpretare in chiave moderna il ruolo di esterno sinistro e accettando in non poche circostanze di adattarsi a esigenze e circostanze tecniche e tattiche ricoprendo il ruolo di centrale difensivo. Nelle pagine di terzotempomagazine (che in tempi non sospetti ha scommesso sul suo ingresso nel giro azzurro) si sono scritte non poche note di merito per Peluso, che quando può sfrutta a dovere i suoi 188 centimetri, com’è accaduto nel finale della gara di qualificazione europea contro Malta, e non si tira indietro quando c’è l’opportunità di incunearsi in area avversaria dalla fascia sinistra. Un numero, questo, che gli abbiamo visto fare anche all’esordio ufficiale a ferragosto contro l’Inghilterra quando ha perso il passo al momento della battuta a rete. Dalla sfortunata autorete contro il Bologna che nel maggio 2010 decretò la discesa in B dell’Atalanta, alla maglia della Nazionale sono trascorsi poco più di due anni solari. Un tempo in cui Federico è cresciuto e ha raggiunto quella maturità che hanno indotto Prandelli, ma ancora prima di lui tecnici come il suo attuale, Stefano Colantuono, e lo juventino Antonio Conte, che lo ha apprezzato nella breve e poco fortunata parentesi bergamasca, a credere nelle sue doti. Il segreto di un successo non è racchiuso sempre e solo nell’immagine da top player. Il calcio, vale ripeterlo assiduamente, è un gioco di squadra che necessita delle giuste pedine e di interpreti fedeli della disposizione tattica. Ebbene, Peluso cerca da sempre le giuste motivazioni dentro di sé e, detto da lui stesso, trova equilibrio e concentrazione nella propria famiglia. La modestia che lo contraddistingue ne fa un campione dentro e fuori dal campo, un elemento su cui si può contare in ogni circostanza. E’ significativo che Federico, arrivato a Bergamo 22enne, a caldo qualche minuto dopo la sua rete in maglia azzurra, ringrazi la città e l’ambiente in cui vive, l’Atalanta che lo ha voluto e confermato e in cui, oltre a essersi affermato definitivamente, gioca un ruolo importante anche nello spogliatoio, non dimentico dell’Albinoleffe con cui da giovane e serio professionista ha vissuto il periodo della favola sfiorando la promozione in A. Peluso insegna che l’ambizione nasce dalla capacità di essere semplice e, come direbbe Emiliano Mondonico, riuscire a far bene le cose semplici. Forse proprio per questo gli è riuscito, nel tempo libero, imitare Mark Zuckerberg e ideare un social network per calciatori (Soccerplanet.it), una sorta di spogliatoio online, dove scambiarsi consigli quando c’è da trovare casa e qualsiasi altro tipo di servizi e rispondere alle esigenze più varie di vita quotidiana. Niente di stravolgente, ma tutto semplicemente utile ed efficace.