Le prime della classe avanzano con il freno inserto, ne approfitta la Fiorentina delle meraviglie che sale al terzo posto affiancando il Napoli. I partonopei perdono una grossa occasione per scavalcare l’inter al secondo posto, consentendo al Milan si uscire indenne dal San Paolo ed evitare di acuire la crisi della squadra di Allegri. L’Inter non approfitta del risultato a reti bianche della Juventus, propiziato dal portiere laziale Marchetti in formato superman, e rischia di capitolare contro il Cagliari bene organizzato. Tredicesima giornata all’insegna dei pareggi delle grandi, tutti da raccontare. La Juventus fa tutto ciò che deve per superare la Lazio, ostacolo insuperabile per effetto della reattività di Marchetti, che interviene sui palloni più difficili, resi insidiosi da deviazioni e traiettorie imprevedibili, ma viene salvato anche dalla traversa su tiro ravvicinato di Bonucci e dalla leggera imprecisione di Giovinco e Quagliarella. Più che fare le barricate, la Lazio si vede costretta a difendersi. La Juve si consola assistendo alle incompiute delle dirette avversarie. Il Napoli spreca una ghiotta occasione per rimettersi in marcia nella corsa scudetto. In vantaggio di due reti, frutto degli incredibili errori del portiere Abbiati (brutto ricordo la sua 300esima presenza in A) sui tiri di Inler e Insigne, la squadra di Mazzarri subisce il primo gol di El Shaarawy (capocannoniere con 10 reti) dopo aver sprecato il 3-0 con Insigne e Cavani e almeno tre occasioni per chiudere il risultato sul 2-1, prima della doppietta del Faraone che salva il Milan da una capitolazione che avrebbe potuto avere grosse conseguenze sul futuro di Allegri, nonostante le rassicurazioni di Silvio Berlusconi e Galliani. Non va meglio all’Inter, subito in vantaggio al Meazza contro il Cagliari grazie a un’inzuccata di Palacio, che deve fare i conti con la verve dei sardi. Handanovic difende per ben due volte la porta nerazzurra da palloni destinati in fondo al sacco, ma nulla verso la fine del primo tempo su incursione di Sau che poi nella ripresa raddoppia, dopo il clamoroso errore di Milito davanti alla porta di Agazzi. A battere il bravo portiere cagliaritano ci pensa il difensore Astori con il più classico degli autogol. Niente da fare, invece, nel finale di partita per Coutinho il quale inventa una magistrale parabola con pallone diretto all’incrocio dei pali, dove Agazzi arriva consegnando alla cronaca il pareggio. Rammarico tra i nerazzurri che contestano anche la mancata concessione di un calcio di rigore per fallo in area su Ranocchia proprio allo scadere. Episodio non chiaro, che scatena le ire di Moratti e la dura replica della Juventus, con strascico che supera ogni immaginazione.
La Fiorentina dell’aeroplanino Montella gongola. I viola, di fronte all’Atalanta reduce da una serie positiva e con l’etichetta di ammazza grandi, fanno la loro parte ormai rituale. Vanno a segno subito con l’argentino Rodriguez e, dopo il pareggio atalantino con Bonaventura, ritrovano il vantaggio con un calcio di punizione trasformato da Aquilani con straordinaria precisione. E quando Cigarini, dopo un errato controllo, stende Cuadrado appena fuori area allo scadere del primo tempo, guadagnando anzitempo la via degli spogliatoi, la partita prende una piega inevitabile. Tant’è che nel terzo e ultimo minuto di recupero Aquilani rimpingua il bottino su azione da corner con la colpevole collaborazione del portiere Consigli, autore di un’uscita inguardabile. Ad inizio di ripresa Luca Toni fa poker e il resto del match è pura accademia, tenuto conto che si fa male anche Biondini e l’Atalanta nell’ultimo quarto d’ora resta virtualmente in nove.
Gli allenatori più soddisfatti tra le altre squadre sono sicuramente Maran e Cosmi. Il Catania detta legge piegando il Chievo con una doppietta di Almiron, protagonista assoluto di una gara in cui i veronesi riescono solo a segnare il gol della bandiera con Andreolli. La marcia salvezza della squadra etnea è rispettata, sicuramente non quella del Chievo che paga lo scarso rendimento esterno e naviga in acque basse. Il Siena, dopo aver annullato la penalizzazione di sei punti, vince si misura contro il Pescara ed è incollato al gruppo delle squadre che lottano in fondo alla classifica. Il successo dei toscani, che porta la firma di Valiani, sarebbe stato più pingue se a difesa della porta pescarese non ci fosse un certo Perin. Va anche dato merito però al portiere senese Pegolo, fondamentale nel parare un calcio di rigore sull’1-0 e a risolvere un altro paio di situazioni. L’ennesima battuta d’arresto degli abruzzesi provoca le dimissioni di Stroppa, al quale è risultata difficile la convivenza con l’esempio e il ricordo del gioco di Zeman nella passata stagione, ma con ben altri giocatori. Boccata d’ossigeno anche per il Bologna e l’allenatore Pioli a spese del Palermo, sempre ancorato in zona retrocessione. I rossoblu vanno a segno con un grande gol di Gilardino e due volte su calcio di rigore, con Gabbiadini e Diamanti, che festeggia nel migliore dei modi la partita n. 100 in serie A. Disastrosi i rosanero di Gasperini che chiudono in otto, con ben tre espulsioni a carico. L’Udinese è costretta a fare i conti con il Parma di Donadoni, che rimonta due volte allo stadio Friuli e conquista un meritato pareggio. Apre le marcature il solo Di Natale che elude il fuorigioco e segna con un preciso pallonetto. Il primo pareggio è opera di Marchionni, che precede il raddoppio friulano di Pereira. Nel finale il parmense Paladino emula Di Natale, agganciando il pallone e scavalcando il portiere Brcic con un elegante pallonetto. Il derby di Genova sorride alla sponda blucerchiata. La squadra di Ciro Ferrara batte 3-1 i cugini genoani riassaporando la vittoria dopo sette sconfitte consecutive. I doriani vanno in rete nel primo tempo con Poli e un autogol di Bovo. Ciro Immobile illude i Grifoni accorciando le distanze nel secondo tempo, ma nel finale Icardi, migliore in campo a Marassi, mette a segno il gol della sicurezza. La Samp si tira fuori dalla zona retrocessione, il Genoa resta ultimo con un bilancio di sei sconfitte consecutive sotto la guida di Gigi Del Neri.
Nel posticipo del lunedì la Roma supera la sindrome dell’Olimpico e torna al successo superando il Torino e rimettendosi in corsa per la zona Champions, ancora distante. I giallorossi, dopo aver sfiorato ripetutamente il vantaggio nel primo tempo e ad inizio ripresa, riescono ad avere ragione dei granata, bene organizzati in fase difensiva, su calcio di rigore contestatissimo dal tecnico Ventura, espulso dall’arbitro Guida. A convincere il direttore di gara all’assegnazione della massima punizione è l’arbitro di porta, che giudica falloso il contatto tra D’Ambrosio e il giallorosso Marquinho. Osvaldo trasforma e poco dopo raddoppia Pjanic, il migliore in campo dopo le polemiche sull’impiego parziale nel derby perso con la Lazio.
Risultati 13a giornata: Juventus-Lazio 0-0 Napoli-Milan 2-2 Bologna-Palermo 3-0 Catania-Chievo 2-1 Fiorentina-Atalanta 4-1 Inter-Cagliari 2-2 Siena-Pescara 1-0 Udinese-Parma 2-2 Sampdoria-Genoa 3-1 Roma-Torino 2-0
Classifica: Juventus 32 Inter 28 Napoli Fiorentina 27 Lazio 23 Roma 20 Catania 19 Atalanta 18 Parma 17 Cagliari Udinese 16 Milan 15 Torino 14 Sampdoria 13 Bologna Palermo Chievo Pescara 11 Siena 10 Genoa 9