Esasperatamente Juve

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ConteVentiquattrore non bastano più a smorzare le polemiche, soprattutto quando esplodono come nel caso dell’infuocato finale di Juventus-Genoa. I bianconeri dissotterrano l’ascia di guerra e partono all’attacco dell’arbitro Guida, colpevole di appartenere alla sezione di Torre Annunziata e per questo giudicato inadatto a prendere serenamente decisioni che riguardano sul campo i bianconeri. Tutto nasce dall’intervento scomposto del genoano Granqvist, che in scivolata intercetta e respinge a braccia aperte il pallone spiovente a centro area. Il tocco c’è e si vede. C’è pure l’arbitro di porta, ma la decisione spetta solo e sempre al direttore di gara. Non c’è malafede, secondo i bianconeri, ma la designazione di un arbitro napoletano sarebbe infelice perché l’eventuale concessione della massima punizione gli avrebbe fatto piovere addosso strali d’ogni tipo. Il perché è semplice, secondo la congettura della Vecchia Signora: non avrebbe avuto la necessarie serenità per assegnare il penalty, favorendo di fatto la diretta antagonista del Napoli nella corsa allo scudetto. E così, tanti saluti al fairplay e allo Juventus style. Premesso che il rigore poteva starci eccome, non si giustificano le proteste spinte oltre i limiti. Chiusa la partita, sancito il risultato, qualsiasi rivendicazione lascia il tempo che trova. La Juventus si ritrova con un punto in più, frutto del pareggio casalingo con il Genoa (gol di Quagliarella, risposta di Borriello), e il Napoli si rifà sotto a tre lunghezze vincendo a Parma dove nessuno era passato prima. Hamsik e Cavani i cesellatori di Mazzarri, che sogna il titolo come tutti i tifosi partenopei e il rientrante capitano Paolo Cannavaro. Più che demeriti della squadra di Donadoni, si tratta di forza pura del Napoli, che in una circostanza si salva pure sulla linea di porta. La lotta in testa al campionato e per la qualificazione alla prossima Champions League si riaccende anche per la contestuale, e inaspettata, battuta d’arresto della Lazio all’Olimpico, punita dal Chievo con Paloschi e scivolata a -6 dalla Juve. Non ne approfitta l’Inter, fermata sul pareggio dal Torino che con Meggiorini prima rimonta il gol in apertura di Chivu con un’esemplare calcio di punizionr e poi passa addirittura in vantaggio facendosi raggiungere a sua volta da Cambiasso a metà ripresa. Granata più vicini alla vittoria di quanto non lo sia l’Inter. Un chiaro segnale per la scelta dei nuovi acquisti nerazzurri. Il Milan passa a Bergamo con un gol capolavoro del solito El Shaarawy e prosegue la rimonta in classifica raggiungendo la quinta posizione e scavalcando la Fiorentina, che cade a Catania dopo aver perso smalto. La Roma continua a marciare al rallentatore chiudendo con un rocambolesco 3-3 la trasferta di Bologna. Giallorossi due volte in vantaggio, raggiunti e superati dalla squadra di Pioli che, dopo il definitivo pareggio di Taksidis, sfiora il successo colpendo due legni con Diamanti. Zeman non può dirsi soddisfatto perché l’obiettivo minimo del terzo posto si allontana. Il Bologna, dal suo canto, resta una spanna sopra le pericolanti. Un gol di Muriel regala tre punti all’Udinese che per una volta non deve appellarsi a Di Natale. Nella zona bassa il Cagliari evita di farsi fare lo sgambetto in casa dal Palermo dove il portiere Sorrentino diventa subito protagonista. Il risultato più clamoroso di giornata è quello che la Sampdoria ottiene rifilando un punteggio tennistico al Pescara e onorando la memoria dello storico presidente Garrone, scomparso in settimana. Dei sei gol visti a Marassi, quattro portano la firma di Icardi, nuova stella blucerchiata.

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