L’urlo di Munch ha un nuovo interprete. E’ il bianconero Giaccherini che sblocca di rabbia e decisione il risultato al 91’ del match allo Juventus Stadium contro il Catania consentendo alla squadra campione d’Italia di allungare sul Napoli e mettere una seria ipoteca sulla riconquista del titolo. Un gol in zona Cesarini il cui merito va diviso con un grande Pogba, eccellente nell’aggancio di un pallone spiovente e magistrale nel cross che mette in crisi la retroguardia etnea e Giaccherini nelle condizioni di raccogliere la respinte del portiere e gonfiare la rete. La Juventus sa che il Catania non è avversario facile da domare e Antonio Conte schiera uno dopo l’altro tutti gli attaccanti a disposizione. Pirlo non è al massimo, in compenso Pogba è ispirato, ma il match-winner è il piccolo uomo buono per tutte le stagioni. Giaccherini si riappropria così di un ruolo da protagonista che gli mancava da tempo. Più che i nove punti di vantaggio sul Napoli, l’impressione è che i bianconeri si sentano più tranquillizzati dagli undici sul Milan, distacco rimasto immutato dopo il successo dei rossoneri a Marassi contro il Genoa.
Aria di crisi in casa del Napoli che cade al Bentegodi ad opera del Chievo. La squadra di Mazzarri non riesce a essere più incisiva, pecca in fase offensiva e concede qualcosa di troppo in copertura. Sotto di due reti, la seconda con qualche grado di colpevolezza attribuibile al portiere De Sanctis, il Napoli ha la possibilità di riaprire la gara dagli undici metri con Cavani, ma il matador sbaglia facendosi respingere il tiro e prosegue il lungo periodo senza gol. Il suo momento no coincide con quello della squadra che fatica a ritrovarsi e avrà grosse difficoltà a difendere il secondo posto.
Pazzini e Balotelli fanno felice il Milan, l’arbitro Damato fa arrabbiare il Genoa. I rossoneri fanno la loro partita e ottengono una vittoria che li lancia all’inseguimento del Napoli, ma ai grifoni vengono negati due calci di rigore apparsi abbastanza netti. La direzione arbitrale appare nel complesso insufficiente al punto da suscitare qualche dubbio sulle decisioni che penalizzano gli uni e gli altri. Allegri perde purtroppo Pazzini in vista della gara di ritorno di Champions a Barcellona, dove non può essere schierato il prolifico Balotelli. La lotta per il terzo posto e l’accesso alle coppe europee della prossima stagione si fa sempre più accesa. L’Inter, dopo la pesante sconfitta con il Tottenham, rimedia un altro passo falso in casa ad opera del Bologna che trafigge con Gilardino, interrompendo una serie di 16 risultati positivi a San Siro e perdendo il quarto posto a beneficio della Fiorentina, che espugna l’Olimpico di sponda laziale con i gol di Jovetic e Ljalic. I viola spadroneggiano contro la squadra di Petkovic, apparsa irriconoscibile e nervosa con tanti ammoniti. E Pizarro, memore di essere stato un giocatore giallorosso, si esalta insieme a Borja Valero e Quadrado. E’ la serata del riscatto anche per Montella che si rimette in gioco per la prossima Champions e vede la Fiorentina scavalcare in classifica in un colpo solo Inter e Lazio. Quanto all’Inter, Stramaccioni schiera alle spalle di Palacio, insieme a Guarin gli esterni Schelotto e Benassi, poi avvicendati nella ripresa da Cassano e Kovaciv, mentre Stankovic, nervoso e ammonito, lascia il posto a Cambiasso; in porta, in assenza dello squalificato Handanovic, c’è Carrizo che fa la sua onesta parte. Se il gol bolognese matura nel secondo tempo, va detto che nel primo quarto d’ora di gioco la squadra di Pioli potrebbe passare in almeno tre circostanze. Un segnale di personalità perpetuato nel prosieguo della partita. La faccia delusa del presidente Moratti è il commento migliore per definire il quadro desolante dell’Inter in questa parte di stagione. Chi può rammaricarsi è la Roma che, in vantaggio a Udine con Lamela e dominante con Totti a tutto campo schierato da Andreazzoli come ai tempi di Spalletti, viene raggiunta nella ripresa dai friulani con Muriel, complice un errore difensivo di Burdisso e un’indecisione di Stekelenburg che vede passare il pallone tra le gambe. Un pareggio che matura appena un minuto dopo l’uscita di Totti per fare posto a Osvaldo che in pieno recupero e davanti alla porta di Brcic manda incredibilmente fuori. Ai giallorossi sfugge la vittoria anche per le occasioni sprecate e i due punti mancanti potrebbero pesare nel computo finale. La 28esima giornata regista due triplette e una doppietta, decisive per i successi di Cagliari, Parma e Atalanta. I sardi, ormai abituati a giocare a porte chiuse allo stadio Is Arenas e con il presidente Cellino sempre agli arresti domiciliari, ottiene una larga vittoria con Ibarbo grande protagonista che si porta a casa il pallone del match. Lo stesso fa Amauri che trascina il Parma alla travolgente rimonta contro il Torino, passato in vantaggio con Santana. L’italobrasiliano firma il pareggio, poi dopo il gol del sorpasso di Sansone, mette a segno due splendide reti che lo incoronano. L’argentino Denis consente all’Atalanta di ribaltare il risultato contro il Pescara, passato in vantaggio a Bergamo con D’Agostino. Il Tanque pareggia su rigore concesso per fallo sull’eccellente Bonaventura, poi nella ripresa su azione segna il gol che vale tre punti e permette all’Atalanta di ipotecare la salvezza. Nello scontro salvezza tra Palermo e Siena s’impongono in rimonta i toscani che ora sono a sole due lunghezze dal Genoa e nutrono speranze di permanenza.
Risultati 28a giornata: Genoa-Milan 0-2 Udinese-Roma 1-1 Atalanta-Pescara 2-1 Cagliari-Sampdoria 3-1 Chievo-Napoli 2-0 Juventus-Catania 1-0 Palermo-Siena 1-2 Parma-Torino 4-1 Inter-Bologna 0-1 Lazio-Fiorentina 0-2
Classifica: Juventus 62 Napoli 53 Milan 51 Fiorentina 48 Lazio Inter 47 Roma 44 Catania 42 Udinese 41 Bologna Sampdoria Parma 35 Cagliari 34 Atalanta 33 Torino Chievo 32 Genoa 26 Siena 24 Palermo Pescara 21