L’Allianz Arena doveva essere la culla di un sogno. Invece la Juventus accusa una brutta sconfitta nella gara di andata dei quarti di finale di Champions League contro il Bayern di Monaco. I tedeschi s’impongono per due a zero, ma il passivo poteva essere più pesante, perché nel solo primo tempo si contano nove occasioni da rete, tutte su azione, contro una dei bianconeri, su palla inattiva poco prima dell’intervallo. La squadra di Conte impatta contro la corsa inarrestabile dei padroni di casa, autori di una prova autorevole sotto il profilo tecnico e agonistico, efficaci nel gioco di interdizione e nel pressing continuo, capaci di esprimere grandi qualità nelle geometrie dei passaggi e nei contrasti, oltre che bravi e fortunati a trovare il gol dopo appena 25 secondi. Una deviazione impercettibile ma determinante di Vidal su tiro dalla distanza di Alaba disegna una traiettoria anomala e carica di effetto che tradisce Buffon e la Juve parte in salita. Nel corso dei restanti 90 minuti e passa il Bayern dimostra di meritare la vittoria, perché impedisce alla Juventus di imporre il proprio gioco e senza mai andare in difficoltà. Una superiorità netta che lascia poco spazio alle recriminazioni. Il centrocampo bianconero perde il duello con gli avversari e in fase di impostazione Pirlo e compagni, difensori compresi, soffrono l’aggressività e sbagliano parecchio, peccando di imprecisione nei passaggi. La difesa a tre (Bonucci, Barzagli e Chiellini) fatica a contenere l’estro di Ribery e la forza d’urto di Robben, entrato in campo dopo un quarto d’ora. Cursori come Schweinsteiger, Lahma e Muller sovrastano gente come Marchisio, Vidal e Pirlo. Nel 3-5-2 bianconero Lichtsteiner e Peluso combinano poco sulle fasce, Matri e Quagliarella finiscono puntualmente nella gabbia dei difensori tedeschi. Chiuso con un gol di svantaggio i primi 45’, la Juve capitola per la seconda volta al 18’ quando l’attaccante Mandzukic riprende un pallone respinto da Buffon e serve Muller che può solo spingerlo in fondo al sacco. La musica non cambia con l’ingresso di Vucinic e Giovinco al posto di Matri e Quagliarella, come pure di Progba che rileva Peluso quando la Juve passa al 4-4-2 a un quarto d’ora dal termine. Non c’è storia e i bianconeri devono arrendersi. Non resta che concentrarsi sulla gara di ritorno, quando mancheranno gli squalificati Lichtsteiner e Vidal e Conte dovrà reinventare la squadra per inseguire la rimonta resa più complicata dalla necessità di non subire gol in casa.