Il Tribunale Nazionale Antidoping ha squalificato il marciatore Alex Schwazer per 3 anni e 6 mesi. La Procura Antidoping aveva chiesto uno stop di 4 anni per l’atleta, risultato positivo alla Eritropoietina ricombinante nel controllo fuori competizione disposto dalla WADA il 30 luglio 2012 a Racines. La squalifica, che decorre dalla data del controllo, finirà il 30 gennaio 2016. In pratica, e solo sulla carta, Alex Schwazer, fermato lo scorso agosto poco prima delle Olimpiadi di Londra, quando confessò i suoi errori in una drammatica conferenza stampa, potrebbe rimettersi in corsa per tentare di gareggiare ai Giochi di Rio de Janeiro. Nel 2016 Schwazer avrà 32 anni. Alle Olimpiadi di Pechino 2008 conquistò l’oro nella 50 km con il tempo di 3h37’09” che rappresentava anche il record olimpico sulla distanza. Schwazer ammise la scorsa estate di aver fatto ricorso al doping acquistandolo via internet. Fatale per lui il controllo disposto il 30 luglio che lo smascherò, con conseguente deferimento al Tribunale Nazionale Antidoping del CONI.
La vicenda di Alex Schwazer è emblematica perché rappresenta la debolezza dell’uomo e atleta di fronte alla paura di non riuscire a confermarsi ai massimi livelli per inseguire il gradino più alto del podio. E’ certo che il mondo dello sport lo avrebbe applaudito quand’anche fosse risultato nelle retrovie della prova di marcia più lunga e faticosa del programma olimpico.