Duemila abbonati in meno rispetto ai diecimila e passa della stagione 2012-2013, la metà rispetto a quelli che hanno sottoscritto la tessera di fedeltà all’Atalanta nel campionato della risalita dalla B alla A. L’amore per la squadra e per il calcio non è messo in discussione. Probabilmente lo stallo economico e le incertezze da qui a fine anno pesano sulla decisione di sottoscrivere un impegno che coinvolge giocoforza la famiglia. Alla prima uscita l’Atalanta ha registrato 8.462 abbonati e 4.283 paganti. Questi ultimi sono esattamente la metà dei presenti allo stadio il 1° settembre 2013. Noi crediamo che la progressiva disaffezione possa dipendere, ancora per una minima parte, dalla complessità del circuito di acquisto del ticket per la singola partita (non illudiamoci, sono ancora tanti coloro poco avvezzi con il web) e, in modo più significativo, dal timore di violenza fuori e dentro lo stadio. Gli incidenti di Atalanta-Juventus, checché se ne dica, hanno lasciato il segno. Se la festa sportiva, con bambini e ragazzi pronti ad esprimere la propria passione a colori insieme ai genitori, si trasforma in paura, sarà ben difficile vedere allo stadio le famiglie. Il proposito del presidente Percassi e dello staff dirigenziale atalantino è assai lodevole e non v’è dubbio che, rispetto al passato, l’accoglienza e l’organizzazione siano adeguati alla cornice e all’importanza del campionato. L’istituzione della zona Ztl, riconfermata dopo un anno di applicazione positiva, è la premessa per accedere in tutta tranquillità ai settori dello stadio. Sempre che non accada quel che le cronache, ahinoi, hanno registrato nel prepartita di Atalanta-Torino, con scontri tra ultrà e polizia fuori dallo stadio. Saranno stati pure solo una cinquantina o poco più gli scalmanati che hanno tentato di assalire i pullman con a bordo i tifosi del Torino con una sassaiola, ma tanti sono bastati a creare non poca tensione in quanti a piedi si avvicinavano allo stadio. Anche tra i sostenitori granata, quantunque scortati dalla polizia, costretta ad affrontare il gruppo con le maniere forti e a rimetterci con il ferimento di un addetto delle forze dell’ordine e il danneggiamento di mezzi. Nessuno si illuda che basti allontanare i teppisti dallo stadio per esserne immunizzati. E’ inaudito, tuttavia, che l’immagine di una squadra di grandi tradizioni, valori e meriti sportivi, e quella stessa della Città dei Mille venga lesa in questo modo. Il racconto di simili fatti induce sempre più i genitori a tenere i figli a casa, magari davanti alla tv. Lo spettacolo è lo stesso, ma scremato delle emozioni dal vivo.