a cura della redazione
Nella collana Newton Compton dedicata alle squadre di calcio, entra “1001 storie e curiosità sulla grande Atalanta che dovresti conoscere”, scritto dal giornalista Andrea Losapio.
Dalla fondazione alla prima clamorosa qualificazione in Champions League, i 113 di storia dell’Atalanta non hanno scalfito l’amore incondizionato dei bergamaschi per la propria squadra, nata nell’ottobre del 1907. Di mezzo ci sono state due guerre, il cambio di colore delle magliette, la Coppa Italia del 1962-63 come unico trofeo, le tre finali perse, la cavalcata maestosa di una squadra di Serie B fino alla semifinale con il Malines di Coppa delle Coppe. La storia non può prescindere dagli uomini. Dall’allenatore ungherese Géza Kertész, fucilato perché nascondeva un ebreo in casa sua nel 1944, a Emiliano Mondonico, passando per l’indimenticabile Titta Rota, oppure i campioni del Mondo Luis Monti e Giuseppe Meazza. I presidenti come i Bortolotti, i Percassi o i Ruggeri, una piccola isola felice mai lasciata dagli imprenditori cittadini. Infine, i calciatori: da Caniggia che elimina l’Italia ai Mondiali del 1990 a Stromberg, il capitano. Oppure Cristiano Doni, figura controversa che anticipa l’Araba Fenice dell’era Gasperini e Papu Gomez, eroi moderni di un legame indissolubile fra Bergamo e la sua protetta.
Un libro che ripercorre in 1001 aneddoti le curiosità nerazzurre fino ai quarti di finale di Champions League di Lisbona persi per un soffio con il gol di Marquinhos, nell’Estadio Da Luz vuoto per la pandemia. Impossibile non citare la presidenza del politico della Democrazia Cristiana Daniele Turani, durata 19 anni dall’immediato dopoguerra fino alla morte nel 1964, oppure Luigi Tentorio, dirigente con più di una carica in seno ai nerazzurri nella propria carriera. Poi i Bortolotti, con la tragica fine di Achille, scomparso dopo una cena al tennis club che frequentava, oppure i Ruggeri di Ivan e il giovanissimo Alessandro, inframezzo fra le due reggenze Percassi, la prima durata finito al 1993 e la seconda che ancora vige, dal 2010. Oppure Mino Favini che ha rivoluzionato il modo di pensare al calcio in famiglia, creando una marea di giovani che hanno fatto le fortune dell’Atalanta dai novanta in poi, da Morfeo fino a Gagliardini e Conti, regalando storie e non solo plusvalenze economiche.
Un libro che cerca di ripercorrere la passione di una provincia che negli ultimi anni ribolle, vogliosa di andare all’Atalanta per dimenticare le ultime vicende che l’hanno martoriata oltremodo, nel momento migliore della sua esistenza.