Bravo Percassi. Usciamo da queste quattro mura

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Un colpo da maestro. Antonio Percassi lo aveva capito da tempo. Lo spazio necessario per far crescere il club e portarlo a livelli appetibili per il mercato intercontinentale. Dieci anni. Dapprima ha trasformato la struttura di Zingonia, divenuta la “casa” dell’Atalanta, nel senso che è divenuta la casa di tutti i suoi atleti: dai giovanissimi ai professionisti. Quindi l’acquisizione dello stadio che da comunale è divenuto il Gewiss Stadium. Al completamento dell’opera, manca l’ultimo step, quello del rifacimento della curva Sud, in programma per la fine di questo campionato. Da ultimo, ma non ultimo per importanza, far crescere la squadra con l’ausilio di un allenatore visionario: Giampiero Gasperini. Tutte queste operazioni sono state portate avanti contemporaneamente. Negli ultimi quattro anni l’Atalanta ha conquistato l’accesso all’Europa League e alla Champions League. Quest’ultima competizione, la più importante a livello europeo se l’è conquistata negli ultimi tre anni consecutivamente.
La rosa dei giocatori è aumentata di valore; cedendo pezzi pregevoli della rosa (uno o due ad ogni anno, non di più) ricavando plusvalenze e acquistando giocatori del valore sempre più importante. Mai prima d’ora l’Atalanta aveva potuto acquistare sul mercato giocatori del valore di 15-20-25 milioni di euro.
Ma la sfida sta proprio qui. L’Atalanta è divenuta un modello per tante squadre in Italia e all’estero, per la sua capacità di poter progredire tenendo i conti in ordine. Un bilancio sostenibile e campionati di altissimo livello. Avrebbe potuto fare di più? Si può chiedere di più? Vincere un titolo? E quale? Scudetto? Coppa Italia? Europa League? Champions League?
Uno sguardo al mondo del calcio ti fa dire che misurarsi con squadre blasonate del campionato inglese, dove sul mercato del calcio sono piombati supermiliardari arabi, cinesi e fondi americani, per quanto bravo un imprenditore possa essere deve avere una capacità di liquidità infinita. E a Bergamo forse più di così non si può chiedere. È sufficiente che la squadra non si qualifichi per la Champions perché il bilancio ne possa risentire per anni.
E allora ecco che per noi Percassi ha fatto benissimo ad aprirsi e unire le forze con chi ha un’esperienza intercontinentale e una capacità finanziarie superiori. L’Atalanta e Bergamo non possono rimanere circoscritti dentro confini, che oggi non hanno più ragion d’essere. Usciamo da questo MedioEvo oscurantista, abbattiamo (metaforicamente s’intende) le mura del castello e liberiamoci da vecchi concetti da Signorotto del contado. L’Atalanta è dei bergamaschi e continuerà ad esserlo finché i bergamaschi la tiferanno con amore.
E c’è da credere quando Percassi dice: “Abbiamo colto, con la mia famiglia, questa opportunità, con l’obiettivo di far crescere la nostra squadra scegliendo di rimanere legati al Club, che in oltre dieci anni abbiamo portato a risultati che forse nessuno si sarebbe aspettato da una squadra di provincia. L’Atalanta, nelle cui file militavo negli anni ’60 è nel mio cuore così come è nel cuore di migliaia di tifosi che la supportano. Ci attendono grandi sfide e la mia convinzione è che la Partnership con investitori di così alto profilo non potrà che accelerare il nostro percorso di crescita“.

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