È uscita la corrente e l’Atalanta è rimasta al buio

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Siamo ai titoli di coda. Questo film ha un finale amaro, inaspettato. Dopo aver chiuso il girone di andata con il record di punti mai realizzati (38), tutti si attendevano un ritorno diverso e, invece, è uscita la corrente e l’Atalanta è rimasta al buio. Soprattutto pensando al fatto che le squadre di Gasperini hanno sempre offerto il meglio a Primavera.

E dopo aver trascorso anni a segnare record su record positivi, quest’anno il vento è cambiato e si comincia a scrivere di record negativi. È l’altra faccia della stessa medaglia. È uscita la corrente e l’Atalanta è rimasta al buio. In giro generatori non se ne vedono e siamo rimasti con la sola candela in mano. Ma cosa è mai successo da gennaio? Di sicuro l’Europa ha lasciato ferite profonde. Ma il male oscuro potrebbe essere cominciato anche da più lontano.

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Se analizziamo i dati di quest’anno, sin dall’inizio questa squadra ha evidenziato anomalie che nelle altre stagioni non si sono viste. Squalifiche e infortuni hanno raggiunto livelli record (in negativo).
Se prendiamo i giocatori più rappresentativi, che sono stati i protagonisti delle straordinarie stagioni passate o sui quali si è puntato con acquisti importanti al mercato estivo, vediamo come la loro incidenza di presenze è al minimo. Vi proponiamo una tabella dove riportiamo le percentuali dei minuti giocati. Nella tabella potete vedere l’incidenza percentuale di quante volte sono stati presenti da titolari nella formazione iniziale.


Citiamo: Muriel è al 40% assente per 10 partite (intendiamo per infortuni, squalifiche o da non entrato in campo dalla panchina); Zapata è al 49% assente per 13 partite; Ilicic è al 29% assente per 13 partite; Miranchuk è al 25%, assente per 14 partite; Pessina è al 44%, assente per 10 partite; Malinovskyi è al 51%, assente per 6 partite; Freuler è al 67%, assente per 9 partite; Pasalic è al 57%, assente per 1 partita; De Roon è al 70%, assente per 8 partite (e qui bisogna sottolineare le 6 giornate di squalifica, con la partenza ad handicap per quelle 4 giornate prese nell’ultima giornata del campionato scorso rimediate nella gara contro il Milan); Koopmeiners è al 68%, assente per 4 partite; Zappacosta è al 65%, assente per 3 giornate; Hateboer è al 35%, assente per 17 partite; Maehle è al 46%, assente per 9 partite; Pezzella è al 37%, assente per 11 partite; Scalvini è al 19%, assente per 14 partite (ma il ragazzo è salito dalla Primavera nel periodo in cui si è avuta la grave emergenza difensiva con tutti i centrali infortunati); Palomino è al 76%, assente per 4 partite; Toloi è al 48%, assente per 13 partite; Djimsiti è al 63%, assente per 7 partite; Demiral è al 61%, assente per 10 partite; Gosens è al 14%, assente per 16 partite (ceduto all’Inter al mercato invernale); Musso è all’83%, assente per 5 partite.
Il dato che più impressiona è che solo De Roon e Palomino, tra i giocatori, raggiungono il 70%; Musso è il giocatore che ha più minutaggio con l’83%. Tutti gli altri hanno avuto una bassa incidenza, per molti addirittura sotto il 50%.

Ecco un po’ chiarita la situazione: come fa una squadra che non ha continuità nei suoi uomini migliori a poter fare sempre risultato? E come fa un giocatore che sta fuori per così tanto tempo a rientrare subito in una forma da risultare decisivo? Prendete Zapata in queste ultime gare, non è certo lo Zapata di inizio stagione.

Le idee di Gasperini funzionano, eccome se funzionano. Basta vedere il Verona di ieri. Se hai una squadra che corre, pressa, brava tecnicamente, veloce e cinica sei una squadra vincente. Ma, soprattutto, non devi essere usurato. Forse non si è messo in conto che il meccanismo potesse cedere, all’improvviso, in tutte le sue parti. Ma a gennaio i segnali erano già ben presenti e si è andati oltre. Forse perché le attenzioni erano tutte concentrate su altro? Per esempio la vendita della società? Non getterei la croce addosso al solo Gasperini, che tanto ci ha fatto gioire in questi anni.