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Esordio da favola in Danimarca

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Eugenio Sorrentino

L’Atalanta ha ritrovato sé stessa all’esordio stagionale in Champions League, conquistando una vittoria chiara e convincente in terra danese, che ha cancellato il passo falso in campionato a Napoli, ma anche l’infelice impatto di un anno fa a Zagabria. Dai quattro gol subìti nella passata stagione in Croazia ai quattro rifilati alla matricola Midtjylland, alla quale la squadra di Gasperini ha impedito di esprimere l’intensità di gioco che l’ha portata fino alla fase a gironi. Vincente la scelta di schierare dall’inizio la coppia offensiva colombiana, formata da Muriel e Zapata, autori di due delle tre reti messe a segno nel primo tempo, ai quali, come sappiamo, si è aggiunto alla sua maniera Papu Gomez con uno dei più spettacolari eurogol, frutto della classifica battuta forte e tesa dal limite dell’area. Il parziale di metà gara, più che rassicurante, ha permesso all’Atalanta di gestire con tranquillità e sicurezza la seconda parte. L’atteso ritorno in campo, avvenuto a metà ripresa, di Josip Ilicic, che mancava dalla fantastica serata del 10 marzo scorso a Valencia quando fu autore dei quattro gol atalantini, ha segnato il completamento di un percorso che ha visto partecipi l’interessato, i suoi compagni di squadra, lo staff societario e la piazza. Lo sloveno ha giocato con classe, riuscendo solo a scheggiare l’incrocio dei pali. Ha fatto meglio, ed è stata una bella sorpresa, il russo Miranchuk, entrato negli ultimi dieci minuti, che prima del 90esimo ha bagnato l’esordio con un gol di rara bellezza: un tiro a giro dalla linea dei 16 metri, che ne conferma il talento (semmai ce ne fosse stato bisogno). Non può passare inosservata la prova di tutti i giocatori impiegati da Gasperini. Tranne Hateboer, che pure ha meritato un lodevole 6.5, tutti gli altri hanno riportato la media del 7, con voti superiori per il gigantesco Papu Gomez, la coppia Muriel-Zapata, il sontuoso Romero che in proiezione offensiva ha fatto da torre per il primo gol, la coppia mediana con De Roon e Freuler che hanno dimostrato di avere fiato e gambe nell’occupare il campo ma anche, e una volta di più, la necessaria intelligenza tattica per chiudere gli spazi agli avversari e aprire la manovra. Un risultato e una cronaca che hanno confortato. Si è giocato sotto la pioggia, ma il campo ha tenuto e ciò non ha ostacolato la tecnica individuale. I cui benefici si sono visti. L’Atalanta è tornata a giocare alla sua maniera, prolifica e riuscendo a tenere inviolata la porta.

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