Gosens vale la pena sognare

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Federica Sorrentino

Gli ultimi due anni della carriera di Robin Gosens sono stati decisamente in crescendo. Il debutto in Europea League con l’Atalanta, poi in Champions League, la final eight di Lisbona, l’esordio nella Nazionale tedesca. Ora un editore ha deciso di pubblicare la storia del calciatore che tifava per lo Schalke 04 e si è affermato a Bergamo. Un libro scritto a quattro mani con il giornalista tedesco Mario Krishel, dal titolo “Träumen lohnt sich” (tradotto: “Vale la pena sognare”). Altrettanto emblematico il sottotitolo:

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da “calciatore del villaggio” a “uno dei migliori terzini d’Europa”. L’autobiografia del 26enne terzino dell’Atalanta è stata pubblicata lo scorso 8 aprile (Edel Books), per il momento solo in lingua tedesca ma ci sarà una edizione italiana. Molti stralci del libro sono stati già richiamati e commentati. Come quando Gosens racconta di avere fallito il provino con il Borussia Dortmund, oppure quando era stato richiesto proprio dallo Schalke 04, ma l’Atalanta non aveva voluto cederlo. Una delusione allora, una fortuna adesso, visti i traguardi raggiunti giocando a Bergamo e la parabola della squadra tedesca in odore di retrocessione. Tanti gli aneddoti nelle 256 pagine. Avrebbe voluto diventare poliziotto se la sua carriera calcistica fosse andata male. Ai primi passi in Olanda, agli inizi difficile a Bergamo, dove ha avvertito la pressione del calcio professionistico, per arrivare all’affermazione nel ruolo che gli ha ritagliato Gasperini facendogli meritare la convocazione con la Germania. Tra i tanti episodi raccontati nella briografia, colpisce il retroscena che ha visto protagonisti Gosens e Cristiano Ronaldo. Il numero 8 atalantino, alla fine di una partita contro la Juventus, ha chiesto la maglietta numero 7 al campione portoghese, ricevendo un rifiuto.

Dopo la partita contro la Juventus, ho cercato di realizzare il mio sogno di avere la maglia di Ronaldo. Dopo il fischio finale sono andato da lui, non sono nemmeno andato dal pubblico per festeggiare, ma Ronaldo non ha accettato. Gli ho chiesto: Cristiano, posso avere la tua maglietta? Non mi ha nemmeno guardato, ha detto solo no”. Così spiega Gosens nel libro. Un rifiuto che non si aspettava e che addirittura l’ha fatto vergognare: “Ero completamente arrossito e mi vergognavo. Sono andato via e mi sono sentito piccolo. Hai presente quel momento in cui accade qualcosa di imbarazzante e ti guardi intorno per vedere se qualcuno l’ha notato? È quello che ho provato e ho cercato di nasconderlo“.