Il diritto di chiarire

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a cura della redazione

I tempi lunghi della giustizia sembrano appartenere non solo alla dimensione civile e penale ordinaria, ma anche a quella sportiva. Gian Piero Gasperini, rischia 20 giorni di squalifica per una vicenda disciplinare che verrà chiarita in udienza il prossimo 10 maggio, davanti al tribunale nazionale antidoping presieduto da Adele Rando. La contestazione mossa dal procuratore antidoping, Pierfilippo Laviani, il quale ha deferito l’allenatore dell’Atalanta, riguarda un episodio risalente al 7 febbraio scorso e verificatosi al Centro Sportivo Bortolotti di Zingonia, quando avrebbe “insultato un ispettore di Nado (l’organizzazione nazionale antidoping) durante un controllo a sorpresa e inveito contro l’intero sistema antidoping, interrompendo un test in corso su un calciatore dell’Atalanta e obbligando il giocatore ad andare ad allenarsi”. Questa la tesi dell’accusa. Che non trova ovviamente d’accordo Gasperini, il quale la contesta al punto da avere rifiutato di patteggiare 10 giorni di squalifica, dopo avere inoltrato una articolata memoria difensiva per chiarire i fatti. Preoccupato che i propri giocatori svolgessero regolarmente la seduta di allenamento – quattro gli interessati – l’allenatore si sarebbe risentito per il ritardo che uno di loro stava accumulando e avrebbe chiesto che il test antidoping potesse essere completato alla fine del programma di allenamento. Cosa che di fatto sembra sia avvenuta. Premesso che i test antidoping a sorpresa sui quattro giocatori sono risultati negativi, resta il diverbio tra allenatore e ispettore, oggetto di contestazione da parte della procura antidoping. Se avesse patteggiato, la sanzione sarebbe scattata per 10 giorni a partire dal 23 marzo, coincidendo con la pausa per gli impegni delle Nazionali. Ma Gasperini non si è riconosciuto nella tesi accusatoria e ha scelto di difendersi in sede processuale, dove esporrà la sua versione. La data di convocazione è lontana tre mesi dall’origine dei fatti. I provvedimenti disciplinari in ambito sportivo dovrebbero trovare soluzione nel giro di pochi giorni. Non si vede, tranne che in cari rari e particolari, la necessità di attendere a lungo un dibattimento. Invece questa strana anomalia fa cadere il processo il 10 maggio, con l’obbligo, se dovesse subire il provvedimento sospensivo, non solo di abdicare alla panchina negli ultimi tre turni di campionato e in occasione della finale di Coppa Italia con la Juventus, ma anche di dover stare lontano da Zingonia. Va bene che l’Atalanta gioca a memoria, ma del tutto senza Gasperini……

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