Eugenio Sorrentino
La vittoria più prestigiosa matura a San Siro, proprio dove quasi un anno fa l’Atalanta aveva celebrato il trionfo sul Valencia davanti al suo pubblico. Annichilito il Milan capolista, schiacciato da un pesante 3-0 che, diciamolo pure, fa esattamente il paio con il 5-0 di tredici mesi fa al Gewiss Stadium. Un dominio assoluto per tutta la durata della partita, con Ibrahimovic declassato a monolito inerte e dinamiche rossonere frenate sul nascere. La squadra di Gasperini continua a dare il meglio di sé contro le squadre di grandi tradizioni, un gotha in cui merita di essere annoverata di diritto e per i meriti guadagnati sul campo. Una prestazione da prima della classe. Protagonista assoluto del match Josip Ilicic, perno della manovra della squadra di Gasperini che si è espressa con padronanza, lucidità e precisione nei passaggi, portando il pressing alto e impedendo al Milan di esprimere il proprio gioco. Le reti bergamasche sono state tre, ma potevano essere di più. Quella che ha sbloccato a metà del primo tempo il risultato è frutto di uno schema da piedi buoni e tecnica di inserimento. Partito dalla lunetta del calcio d’angolo e proseguito con un retropassaggio a Gosens, sul cui cross tagliato a centro area Romero in torsione ha anticipato Kalulu e di testa messo alle spalle di Donnarumma. Nella ripresa il raddoppio di Ilicic su calcio di rigore, per fallo da egli stesso subìto in area da Kessie, è il risultato di un lavoro di fianchi del “professore” con la sua arte funambolica con il pallone tra i piedi. Un lavoro che la squadra ha assecondato con armonia geometrica e fisicità, senza abbassare mai il baricentro. Il terzo gol ha premiato giustamente Zapata, bravissimo a tenere palla, scambiare e permettere alla squadra di risalire in velocità e attaccare. A liberare il colombiano davanti alla porta di Donnarumma un sontuoso Pessina, sul quale il ct della Nazionale Roberto Mancini ha acceso da tempo i riflettori. Tutti gli atalantini sugli scudi, dalla mediana alle fasce ai difensori fino a Gollini, reattivo nell’unica occasione in cui ha dovuto neutralizzare un tiro nello specchio della porta. Difficile immaginare la partita perfetta, ma l’Atalanta ha interpretato un copione che le somiglia molto. Il successo di un’Atalanta stellare, sempre più protagonista del campionato, che chiude il girone di andata con 36 punti, massimo di sempre, e rientra in zona Champions League. Per alzare la quota ci vuole ancora altro, ma nel calcio si fa un passo alla volta.