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La luce in fondo al tunnel

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nella foto tifosi curva nord

Federica Sorrentino

Ci siamo lasciati alle spalle l’anno più nefasto dal dopoguerra ad oggi, costretti a combattere una battaglia improvvisa e mai dichiarata, contro un nemico invisibile ma di cui abbiamo imparato a conoscere le fattezze nell’universo microscopico della biologia. Per difenderci abbiamo dovuto rinunciare alla socialità e ai comportamenti abituali per assumerne altri improntati alla prudenza e al distanziamento. Dobbiamo tutto a chi si è prodigato nelle cure, a rischio della propria vita, e nello sviluppo dei vaccini, alla cui efficacia affidiamo il ritorno alla normalità. L’immagine simbolo di copertina riflette l’auspicio che nel 2021 si possa riportare la gente allo stadio, ad assistere agli eventi sportivi e ad esserne protagonista. C’è chi pensa che le priorità siano altre, dimenticando cosa rappresenti lo sport per la coscienza nazionale e per la stessa salute e il benessere fisico. Nell’Italia disastrata dalla seconda guerra mondiale si pensò di fare ripartire lo sport perché le persone potessero ritrovarsi e ritrovare lo spirito comune intorno alle manifestazioni agonistiche. Nella ripartenza del Paese lo sport ha il potere di trasmettere un messaggio di speranza e l’invito a non arrendersi. Ci aspettano l’Europeo di calcio e i Giochi Olimpici e Paralimpici, due appuntamenti slittati al 2021, in cui speriamo di vedere rappresentato il movimento sportivo bergamasco, rinverdendo una lunga tradizione. Vivremo, ancora a distanza ma senza preclusione di ambizioni, il prestigio del confronto tra Atalanta e Real Madrid, sperando di ritrovare ancora più avanti la pallina della Dea nell’urna di Nyon.

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Ovvio, non c’è solo il calcio, che pure usufruisce del salvadanaio legato ai diritti tv. Servono ristori per tutte le federazioni entro fine gennaio per non correre il rischio di fare restare squadre e atleti privi delle risorse sufficienti. Così come diventano indispensabili forme di agevolazioni fiscali, come il credito d’imposta al 50% sulle sponsorizzazioni. La sfida del Covid-19 non permette di distinguere la forma della palla o dell’attrezzo sportivo. Lo dimostrano le centinaia di appuntamenti rinviati a causa dei contagi da coronavirus. Ora, finalmente, intravediamo la luce in fondo al tunnel, che finiremo di percorrere memori del prezzo pagato a una pandemia crudele. Lo dobbiamo a noi tutti, a chi ha sofferto e a chi non c’è più, per dare il giusto senso alla lunga resilienza che abbiamo affrontato nella consapevolezza di poterne uscire, vincendo la partita con il Covid-19.