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L’anno che verrà

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Federica Sorrentino

Nei successi dell’Atalanta c’è una crudeltà manifesta: non avere il pubblico accanto. È una sottolineatura che ritorna ogni qualvolta Gian Piero Gasperini prende la parola. Questa sua considerazione ricorrente riflette il coinvolgimento, professionale e sentimentale, dell’allenatore in quella che è la dimensione della squadra e della società. Né va dimenticato il forte legame che si è creato tra Gasperini e Bergamo, di cui è cittadino onorario. C’è chi lo vorrebbe allenatore a vita dell’Atalanta, proprio come lo è stato Alex Ferguson alla guida del Manchester United.

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Alla vigilia della partita più importante di questa prima parte della stagione, però, il gossip più becero, che nulla ha a che fare con il diritto di opinione, ha rischiato di rompere la tranquillità dell’ambiente atalantino. Al punto da costringere lo stesso allenatore a rivendicare la proprietà delle scelte tecniche, ovvero ciò che rientra nelle responsabilità del ruolo che gli è stato assegnato.

Sicuramente i social hanno avuto un ruolo importante, in particolare durante il periodo del lockdown, nel mantenere il legame con e tra i tifosi. Questo ha permesso di rafforzare il senso di unione e l’identificazione nello spirito della squadra, facendo sentire la propria presenza nei confronti dei calciatori in campo, nonostante il silenzio assordante degli spalti vuoti.

Azzerato il tifo, restano i dialoghi tra i protagonisti della partita, che possono dare adito a interpretazioni poco plausibili, ma che riportate sulle piattaforme social, addirittura in forma scorretta e anonima, si propagano senza controllo e impunemente.

È merito di tutti avere bypassato, con la saggezza, il senso di responsabilità e l’attaccamento alla maglia, una situazione che avrebbe potuto risultare destabilizzante.

La risposta migliore è arrivata, come si sperava, dal campo, a chiudere il cerchio di un percorso fantastico. È trascorso un anno dalla vittoria per 3-0 in casa dello Shakhtar Donetsk, che valse la qualificazione agli ottavi di finale alla prima partecipazione alla Champions League. Dopo di allora, il sonante successo a Valencia quando già si manifestava il dramma della pandemia di coronavirus a Bergamo, per arrivare alla stagione in corso con i tre successi esterni, senza subire gol, che hanno portato l’Atalanta a violare lo stadio Anfield e l’Amsterdam Arena.

A questo punto nulla è precluso e nell’anno che verrà si è pronti a scrivere nuove pagine memorabili di un calcio di provincia che ha trovato casa in Europa.