Luciano Locatelli
Tempo di calciomercato in serie A che per l’Atalanta sembra essersi concluso già prima di partire, almeno in entrata, con l’acquisto del nazionale danese Joakim Mæhle dal Genk, un acquisto abbastanza costoso per il ruolo ricoperto ma di sicuro avvenire secondo gli esperti mercato.
Nel giro di pochi anni in casa Atalanta le cose sono davvero cambiate di molto, grazie ai successi in campionato e nelle coppe nonché alle numerose plusvalenze effettuate la Dea ha scalato posizioni in classifica non solo dal punto di vista sportivo ma anche nella struttura societaria e soprattutto nella appetibilità a livello internazionale.
Sembrano davvero lontani i tempi in cui si aspettavano i colpi di mercato per cercare di risalire la china e per tentare di trovare una salvezza tranquilla, eppure già in passato l’Atalanta aveva provato a cambiare inerzia ma non era stata fortunata.
Correva l’anno 2001 la Dea era reduce da un ottimo campionato alla guida di Giovanni Vavassori che l’aveva portata al settimo posto con 44 punti a ridosso della zona Uefa, in estate i giocatori che si erano messi in luce vengono venduti e si cerca di inserire in rosa alcuni nomi di primo piano come Comandini, Saudati e Dabo, ma la rivoluzione non ebbe l’esito sperato con l’Atalanta che finì il campionato al nono posto e l’anno seguente retrocesse in serie B.
Ma la storia del mercato atalantino è ricca di meteore, di giocatori stranieri che arrivati in Italia non sono poi riusciti ad esplodere in maglia neroazzurra, tra questi Ivan Renè Valenciano, arrivato nell’estate del 1992 per sostituire il partente Caniggia e proveniente dal Junior Barranquilla, con il quale aveva segnato 44 reti in quattro stagioni, ma la parentesi atalantina fu davvero deficitaria, 5 presenze e nessuna rete tanto che venne rispedito in Colombia già a gennaio.
Un altro giocatore che aveva suscitato grande interesse al suo arrivo a Bergamo, anche solo per il soprannome che aveva in Brasile (Careca), è Carlos Alberto Bianchezi. Acquistato nell’estate del 1991 dai dirigenti atalantini per sostituire il connazionale Evair, non riuscì a rendere altrettanto e nonostante gli 8 goals segnati al termine della stagione venne ceduto nella prima divisione messicana.
Tornando a tempi più recenti invece fece notizia l’arrivo alla Dea di Facundo Parra, addirittura presentato in mongolfiera alla Festa della Dea il 17 luglio 2012, preso come alternativa a Denis e che non è mai riuscito a sfondare in campo. Due sole reti in stagione e 15 presenze tra coppa Italia e campionato prima di ritornare in Argentina.