Pessina sigillo d’oro

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Eugenio Sorrentino

L’Atalanta ha guadagnato la finale di Coppa Italia nel modo che voleva. Giocando alla sua maniera e dimostrando di avere trovato un assetto che, quando interpretato collettivamente senza sbavature e con la dovuta intensità, premia in termini di risultati. Il ragionamento potrebbe sembrare banale, ma quando la qualità sposa la forma e si resta concentrati, l’impegno e l’atteggiamento regalano ciò che meglio ci si aspetta. Nessuna partita è facile, non lo era quella con il Napoli chiamato a dare prova di spessore e per la seconda volta minimizzato in attesa di rivederlo in campionato al Gewiss Stadium. Gasperini ha preparato la partita nel modo giusto, riproponendo Pessina centrocampista avanzato, ovvero in quello che appare il suo ruolo naturale e che quasi certamente gli assicura la maglia azzurro alla fase finale dell’Europeo. Prestazione superba, la sua, indiscutibilmente bravo nei due inserimenti in area trasformati in altrettanti gol. Il secondo, quando ha chiuso la triangolazione con Ilicic e Zapata, ha ricordato un classico di Leo Messi. E il paragone non sembri irriverente. Va aggiunto che Zapata, dopo avere aperto le marcature dopo dieci minuti, ha servito lui stesso i due assist vincenti a Pessina. Silente il gigante Duvan, uno che ha giocato praticamente sempre e quando non ha segnato ha dato una mano determinante. Il copione recitato al Gewiss Stadium con il Napoli avrebbe meritato la cornice dei novemila della curva nord. Il tiro vincente saettato da fuori area non appartiene al suo rituale, ma aggiunge un tassello al suo repertorio. Sia con Muriel che con Ilicic ha dimostrato di dare peso e qualità al reparto offensivo. Quanto alla coppia mediana De Roon-Freuler, il rendimento continua a essere da livelli top per quantità e tecnica geometrica. Non a caso Gasperini si è augurato di poterli schierare sempre. Prezioso il contributo nel recupero palla e nelle aperture, così come nella copertura delle avanzate dei difensori. Quanto all’indisponibilità contemporanea di Hateboer e Maehle, l’impiego last minute di Sutalo come esterno di fascia destra ha dato le risposte sperate confermandosi una alternativa in più a disposizione dell’allenatore. Sarebbe ingeneroso non ricordare la parata di Gollini su Osimhen che gli si è parato di fronte, esattamente alla mezz’ora, tre minuti prima che l’Atalanta costruisse l’azione capolavoro finalizzata con classe e maestria da Matteo Pessina. Gioco, partita e incontro. Arrivederci al 19 maggio.

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