Simone Fornoni
Dalla cinquina dell’anno scorso, il 22 settembre, al pari sull’uno di stavolta, il 19. La differenza della Primavera dell’Atalanta con l’edizione precedente è tutta nello score in casa contro la Juventus. Il ricambio generazionale ha dettato ritmi da rodaggio fin dallo start. Mettendo in evidenza un paio di elementi, Scalvini e l’attaccante Carrà, il ragazzo che ha rattoppato la difesa orfana di Guth-Okoli e l’aspirante risolutore frustrato dal contrasto spalla a spalla De Graca-Cittadini, la sentenza a due giri dal novantesimo che ha sfilato 2 punti dal carniere. Senza Amad Diallo, l’ex Traore, il corazziere Roberto Piccoli e l’ex fuoriquota Ebrima Colley, la macchina da gol bicampione d’Italia s’è trasformata in un mix dal 2001 (Ghislandi, Gyabuaa, Cortinovis, Kobacki, Italeng) al 2003 alla ricerca del centro di gravità permanente. Assenti chissà perché Lukas Vorlicky, fantasista offensivo ceco avvistato in prima squadra, e l’ex barcelonista Anwar Mediero. Non resta che ripartire, col Milan extra moenia sabato e l’Empoli a completare il trittico di matinée alle 11, dai punti fermi in luce contro i bianconeri a Zingonia. Giorgio Scalvini da Palazzolo sull’Oglio è ancora sedicenne (11 dicembre 2003), ma già la spiega e la insegna: centrale pulitissimo, nel primo tempo ha lasciato che il talentuoso Franco Tongya incespicasse su se stesso senza sfiorarlo per poi sventare con un tackle da killer in guanti bianchi la triangolazione nel fazzoletto Tongya-PetrelliSekulov. Un gol contro evitato, così come Giuseppe Carrà da Augusta, arrivato ai tempi dall’Under 16 del Cesena, ha trovato quello più inaspettato a favore, in asse col neo capitano Alessandro Cortinovis che ne ha innescato il mancino sulla linea di fondo: la deviazione di Leo ha fatto il resto. Un 2003 e un 2002, entrato in corsa al posto di un Andrea Olivieri che ha subito il salto dall’Under 17. La coppia di centravanti del 2001 KobackiItaleng nel tridente di Massimo Brambilla ha tutto fuorché impressionato, anche perché a destra l’ivoriano Alassane Sidibe è fuori ruolo. A passo incostante la regia di Simone Panada, che non ha ancora la squadra in pugno. Ci sarà l’occasione di rifarsi, specie se Gian Piero Gasperini non deciderà di saccheggiare il reparto avanzato del collega. Leggi Alessio Rosa, ’03 romano tecnicamente delizioso, anche lui osservato speciale. E chissà che tra Antonio Reda e lo slovacco Matus Repa non esca un terminale degno di nota.