Primavera niente tris

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Simone Fornoni

Ricostruire significa scalare le montagne in cordata sulle spalle di Adi Fisic, 2003 dall’Orebro, 1 e 95 di attaccante mobile. Intanto, niente tris di titoli, fermandosi ai quattro totali, il ’93 e il ’98 antesignani dell’ultima coppia, prendendosi la manita (a tre) in faccia. Ma è stata la Primavera dell’Atalanta a regalare il secondo nella storia all’Empoli, perché non ha potuto regalarsi novità tecniche e di formazione.

forbes

L’orchestra, senza virtuosismi dei singoli, non è andata oltre i formali adattamenti di spartito. Gabriele Berto non è stato un perno né un jolly alla Jacopo Da Riva, mentre Alassane Sidibe più che il playmaker da 3-5-2 ha continuato a fare il corri e tira, impattando lo svantaggio iniziale in cui ha avuto una parte insieme a una barriera da Mar Rosso. Massimo Brambilla s’è ritrovato un gruppo ridotto al minimo. Lukas Vorlicky non ha fatto il Dejan Kulusevski perché out da settimane, il barcelonista Anwar Mediero non è stata la controfigura di Amad Diallo e l’autore del 2-3 Jonathan Italeng ha labili parentele con Roberto Piccoli. Dei bicampioni d’Italia è rimasto ciò che non era immediatamente futuribile, i fuoriquota.

Al netto dell’usura delle tre formazioni titolari identiche sul pendolarismo di Davide Ghislandi (con virata di Guillaume Renault da sinistra) e della flessione del capitano-rigorista-bomber (12) Alessandro Cortinovis, Manu Gyabuaa ha azzeccato chiusura su Lipari e assist dell’1-1 divorandosi il 2-3 al quarto d’ora della ripresa. Il progetto poggia sui piedi del difensore Giorgio Scalvini (11 dicembre ’03), anche lui smarritosi al dunque fino all’espulsione da ultimo uomo, e del pari età Andrea Oliveri, mezzala o ala di grossa cilindrata che carbura rubando la linea di fondo, vedi ammollo per il camerunense come ultima perla del rosario d’annata. Degli altri 2003, non all’altezza il terzino Andrea Ceresoli, riciclato a terzo di sinistra, ko di fronte a Ekong, doppiettista con Baldanzi nel mercoledì sassuolese, a cominciare dalla punizione dello svantaggio con firma di Asllani, un Filippo Grassi (mancino) spaesato e la punta Tommaso De Nipoti, che s’interpone tra palla e avversario per procurarsi falli senza evitare il suo da rosso a 4′ dall’ingresso. Nella transizione anagrafica, più che gli ex Berretti, come i gemelli Amer e Dino Mehic in mezzo, occhio agli Under 17: il simil-Toloi Andrea Oliveri, Anwalde Roaldsoy (norvegese) e David Perez Dybeck (svedese di padre cileno), fantasisti utilizzabili nel tridente, più l’islandese Oliver Steinar Gudmundsson, un altro nel vivo del gioco.