Eugenio Sorrentino
Le prima delle ultime dieci partite di campionato è andata in porto. Tre punti con l’Udinese e Atalanta più vicina al Milan che occupa la seconda piazza, mentre Juventus e Napoli duellano alle spalle. Così doveva essere per aspirare a centrare la qualificazione alla Champions League per il terzo anno consecutivo. Esito chiaro, in una gara che ha visto la squadra di Gasperini, disposta ancora una volta con il 4-2-3-1, prevalere per gioco e possesso palla, contro avversari schierati con cinque uomini in difesa a formare la doppia barriera con la linea di centrocampo e un assedio praticamente ininterrotto nel primo tempo. Nonostante la manifesta supremazia che attendeva solo di essere sancita dal tabellino delle marcature, due lampi friulani in un pomeriggio tornato asciutto dopo un violento scroscio iniziale hanno tenuto, solo virtualmente, in bilico il risultato. Alla fine, la differenza di misura (3-2) non dice tutto della quantità e qualità a favore dell’Atalanta, ma partite come quella andata in scena al Gewiss Stadium dopo la pausa per il ciclo delle nazionali dimostrano quanto importante sia la capacità di mettere in campo e gestire undici reduci dagli straordinari. La scelta operata da Gasperini, il quale ha confermato il modulo 4-2-3-1 adottato nella vittoriosa trasferta di Verona, riflette la ricerca di alternative che possano esaltare le caratteristiche degli elementi a disposizione e predisporne l’avvicendamento. Gosens e Maehle, benché abili e arruolati, sono stati utilizzati in momenti diversi, il tedesco nei primi 45’ e il danese negli ultimi 15’, dosandone le forze in funzione delle esigenze tattiche. Con Toloi, Romero, Palomino e Gosens davanti a Gollini, De Roon e Freuler in mediana, Malinovskyi, Pessina e Muriel in funzione di trequartisti e Zapata terminale offensivo, l’Atalanta ha espresso una forte d’urto che ha messo alle corde i friulani. Un successo nel segno dei colombiani. Luis Muriel, assoluto mattatore nei 45’ in cui è rimasto in campo, ha ingioiellato gli assist di Pessina e Malinovskyi, sfoderando tiro e classe entrambe le volte con movimento e tempismo da manuale. Grazie all’ucraino, nella ripresa è andato in gol Zapata, bravo a ricevere e smarcarsi per la conclusione vincente. Ilicic, per tutto il secondo tempo, ha cercato esasperatamente la giocata e quando, nel finale, ha avuto tra i piedi la palla del poker atalantino, l’ha calciata incredibilmente fuori bersaglio. Quanto ai gol concessi ai friulani, consideriamoli doni pasquali.